Voci dal carcere: Anna si racconta – seconda parte

Anna sta condividendo con noi la storia della sua vita in diversi scritti.
Per rileggere la prima parte: CLICCA QUI

Ecco la seconda parte della storia: “Vinsi l’appalto a Viterbo per le scuole di ogni ordine e grado per la durata di 5 anni. Mi avventurai da sola lì, in quella città, che da subito mi piacque e stipulai un contratto con il centro cottura comunale. 

Venni contattata da varie persone del comune che rivestivano cariche istituzionali, affinché assumessi persone che potessero servire per il servizio a me assegnato. Feci così e all’inizio avevo un organico di circa 20 persone all’interno del centro, tra cucinieri, inservienti e autisti, 10 persone esterne che si preoccupavano di apparecchiare nelle scuole e scodellare il cibo. La ditta che rappresentavo, con una procura notarile, mi aveva nominata responsabile tecnico e direttore: ciò mi conferiva ampio raggio di azione data la conoscenza del campo e le conoscenze acquisite dopo, attraverso gli altri appalti che scorrevano tranquilli in Campania. Ma comunque mi preoccupavo sempre della gestione in toto del settore, continuando a partecipare alle gare d’appalto che pervenivano attraverso bandi di gare via fax da parte di ditte con le quali avevo stipulato contratto.

Il servizio a Viterbo scorreva tranquillo e soddisfacente: l’utenza era entusiasta e le derrate alimentari erano di prima qualità, in quanto mi preoccupavo io stessa di farmele mandare dalla sede di Villa Literno. Per non parlare dei prodotti freschi che prendevo localmente attraverso delle cooperative biologiche: carni, frutta, verdura, latticini, uova, pollame. Il servizio svolto inizio’ a portare altro lavoro. Mi si commissionavano banchetti e buffet da preparare per eventi particolari stabiliti dal Comune (servizi sociali, assessorato alle belle arti, ecc.), essendo una città con frequenti mostre artistiche e pittoriche.

Mano mano l’utenza aumentò e nel giro di circa quattro anni arrivammo a servire circa 400 utenti con una forza lavoro che dovetti aumentare considerevolmente per garantire l’ottimizzazione del servizio. Il lavoro andava a gonfie vele e fui contattata anche dai comuni limitrofi per servizi di ristorazione scolastica temporanea in attesa di gara d’appalto. Difatti servivo il Comune di Ronciglione, Vignanello, Bagnaia e Vetrella. Mi furono poi affidati gli asili nido con convenzioni private debitamente contrattualizzate e tutti i conventi della città di Viterbo, laddove vi fossero anche le scuole private all’interno.

Allo scadere della gara d’appalto, mi fu prorogato un periodo, in attesa di nuovo bando e nelle more fui contattata dall’amministrazione con la proposta di realizzare un centro cottura di mia proprietà che servisse tutta l’utenza e che, con il tempo, mi avrebbe dato la possibilità di partecipare nel Sannio ed anche in altre regioni. Si richiedeva la proprietà di un punto cottura quale clausola necessaria per la partecipazione alla gara. Sapevo che la proposta era interessante, come ero anche consapevole che le sfide da affrontare sarebbero state stratosferiche alla luce di tutte le normative, autorizzazioni e licenze sull’apertura. 

Segue…

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