Già da tempo se ne parla: lo stato di abbandono delle carceri della nostra regione continua a suscitare preoccupazione e indignazione tra le autorità competenti, i sindacati di polizia penitenziaria e i garanti dei detenuti.
Le condizioni precarie all’interno degli istituti stanno generando una serie di episodi violenti, mettendo a rischio non solo il personale di polizia, ma anche la sicurezza e l’incolumità della popolazione detenuta.
Le criticità sono oggetto di discussione e dibattiti ma a tutt’oggi gli interventi non sono ritenuti efficaci.
Il sindacati di polizia penitenziaria sollevano lo stato di degrado e il sovraffollamento. L’episodio recente, in cui un detenuto è riuscito ad aggredire mortalmente un uomo con una lametta nonostante il controllo degli agenti, evidenzia la grave situazione in cui versa il sistema carcerario locale. Si punta il dito sulla gestione inefficace e sulla carenza di risorse.
Viene denunciata la gestione confusionaria e appunto l’assenza di risorse a disposizione del personale tutto. La carenza di organico, con sole 70 unità per il carcere di Salerno che registra il tasso di sovraffollamento più alto della regione, rappresenta un serio ostacolo alla sicurezza e al mantenimento dell’ordine interno. L’Inerzia dell’Amministrazione aggrava la situazione:
viene ribadita la necessità di interventi concreti e risolutivi da parte del Provveditorato regionale per garantire la sicurezza sia del personale che dei detenuti.
C’è allarme per la sicurezza e la tranquillità all’interno delle strutture: l’escalation di episodi violenti e aggressioni richiama l’attenzione sulle condizioni estreme in cui si trovano sia gli operatori che gli ospiti. La mancanza di interventi tempestivi e efficaci mette rappresenta un serio rischio.
“Chiediamo di essere ascoltati dal ministro della Giustizia. Siamo in grado di dare una fotografia in bianco e nero delle carceri”. A dirlo il portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale e Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, nel corso di una conferenza stampa al Senato. “Bisogna ascoltare tutta la comunità carceraria, fatta di detenute e detenuti – continua Ciambriello – . Come Garanti abbiamo uno sguardo intrusivo. Chiediamo alla politica di analizzare, prevenire, intervenire.
Il carcere è diventato un ospizio dei poveri e una discarica sociale”. Poi aggiunge: “A nome degli 86 Garanti in tutta Italia invito la politica ad andare nelle carceri a vedere con i propri occhi. Se parlare è un bisogno ascoltare è una virtù”.
Dai Garanti arriva una bocciatura al decreto carcere. “Un decreto minimale – dice Ciambriello – inadeguato, vuoto rispetto alle proporzioni dell’emergenza carceri. E’ una scatola vuota. La Conferenza dei garanti chiede “soluzioni giuridiche immediate, emendamenti concreti al decreto”. I detenuti hanno il diritto di essere trattati con rispetto e devono essere fornite opportunità concrete di rieducazione durante la detenzione. Questo aspetto è essenziale non solo per il loro benessere, ma anche per la costruzione di una società che promuove il reinserimento e la riduzione della recidiva. Ricordiamo che La Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti è prevista dal Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà. La Carta è consegnata a ciascun detenuto – nel corso del primo colloquio con il direttore o con un operatore penitenziario all’atto del suo ingresso in istituto – per consentire il migliore esercizio dei suoi diritti ed assicurare la maggiore consapevolezza delle regole che conformano la vita nel contesto carcerario.
Al detenuto, oltre alla Carta, sono consegnati gli estratti della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), del DPR 30 giugno 2000, n. 230 (Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà), del Regolamento interno dell’istituto e delle altre disposizioni, anche sovranazionali, attinenti ai diritti e ai doveri del detenuto, alla disciplina e al trattamento penitenziario, tra cui la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Contestualmente viene
indicato al detenuto il luogo ove è possibile consultare i testi integrali delle predette norme. E nell’area flegrea ci si è occupati di carceri nel marzo scorso in occasione della Settimana della Legalità organizzata dal Liceo scientifico Rita Levi Montalcini di Quarto.
Sono intervenuti al Convegno dal titolo “Le carceri – Presente e futuro della pena: diritto, rieducazione, opportunità” moderato da Ennio Varchetta i cappellani del penitenziario minorile di Nisida don Fabio De Luca, del penitenziario femminile di Pozzuoli don Fernando Carannante, il professore Franco Vittoria della facoltà di Scienze Politiche della Federico II, Anna Paparone della Consulta Regionale e la scrittrice e docente Giovanna Di Francia.
Docente – Giornalista pubblicista
scrive di scuola, attualità, cultura. Collabora con periodici e quotidiani. È presidente di un’ associazione culturale, L’ElzeViro e membro della Stampa Campana – Giornalisti Flegrei. Con istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado promuove convegni e incontri su Educazione alla Legalità, Storia, Letteratura, Politica, Sociale. È docente di Sostegno – area umanistica con una specializzazione polivalente post laurea in strategie di inclusione nelle scuole Secondarie di secondo grado. Si è occupato per diversi anni di dispersione scolastica e minori a rischio in aree difficili della città di Napoli. Ha ricoperto svariati incarichi nelle scuole e negli istituti statali. Promotore di iniziative ed azioni progettuali come tavole rotonde, convegni di studio, concorsi letterari, presentazioni editoriali.
È iscritto all’Associazione Nazionale Carabinieri.