Ricevo e pubblico*
Si può vedere in vari modi, ma la scelta del commissario, e la nomina di un tecnico a tale incarico, dimostrano due cose: il Governo non ritiene adeguati a gestire la situazione flegrea, il Presidente della Regione e i Sindaci; così facendo il Governo toglie ai cittadini il diritto di giudicare, col voto, l’attività commissariale.
Le forti tensioni politiche fra la Meloni e De Luca possono “spiegare” la sua esclusione dalla carica di commissario. Ma per il Sindaco di Pozzuoli, Comune capofila del comprensorio flegreo, le cose stanno assai diversamente: il Sindaco è ingegnere, quindi tecnico specifico per le questioni da seguire; flegreo, dunque conoscitore del territorio e delle sue dinamiche sociali; viene eletto, di conseguenza, la sua nomina a commissario avrebbe garantito ai cittadini il diritto di giudicarne l’operato, con il voto; è stato più che collaborativo con il governo, di cui ha assecondato l’operato senza schierarsi mai con la cittadinanza mobilitata contro scelte, decreti e insulti di Musumeci.
Invece, probabilmente, sta in quest’ultimo aspetto la ragione di fondo della mancata nomina a commissario del Sindaco Manzoni
In effetti il sindaco, oggetto di un’ampia contestazione popolare, è apparso al governo un “commissario delegittimato” all’origine; ed è apparso un “candidato debole” alla carica di commissario, poiché una sua mancata nomina non avrebbe suscitato reazioni negative in una opinione pubblica che, con le sue lotte, lo aveva già bocciato; un giudizio negativo giunto “in alto loco” con gli Appelli indirizzati, dai puteolani, a Mattarella, al Parlamento, ai partiti di opposizione; e un giudizio negativo anticipato dal Ministro Musumeci che, per accelerare la concessione dei contributi agli sfrattati, si è avvalso dell’audizione al comitato “emergenza Campi Flegrei” e non del rapporto con il Sindaco.
E così: il Governo non ha dovuto preoccuparsi di contraccolpi nel non nominare commissario il Sindaco di Pozzuoli che si è messo fuori gioco da solo evitando di collegarsi alla città, di essere presente, direttamente o attraverso rappresentanti, alle numerose manifestazioni di cittadini, disertando gli incontri con il prof. Luongo che hanno offerto utili contributi fondati nella competenza scientifica e nell’esperienza maturata nella crisi bradisismica del 1980.
In sostanza la “furbizia provinciale” di tenersi buono il potere si è rivolta contro chi la ha praticata ed ha prodotto un ulteriore danno alla Città. Sicché, nel suo momento di massima difficoltà, Pozzuoli si trova con un’Amministrazione delegittimata, dal “basso” dalle lotte dei cittadini e, “dall’alto” dalla nomina del commissario. Non sarebbe potuta andare peggio perché l’iniziativa dei cittadini offriva all’Amministrazione, se politicamente un po’ capace, la possibilità di rapportarsi col Governo forte del rappresentare una città in lotta e capace di proposte concrete supportate da scienza ed esperienza.
*Ettore Giampaolo *
membro del Comitato Pozzuoli Sicura