Sul magma una chiara posizione del Prof. Giuseppe Luongo

Trascorsa la giornata contro la violenza sulle donne, con manifestazioni in tutta in Italia, per le quali non sono mancate polemiche e divisioni, si avverte l’esigenza di interrompere il silenzio istituzionale, soprattutto a seguito delle ultime scosse (25 eventi nelle ultime 48 ore di cui uno di magnitudo 3).

Non va trascurata la confusione che si è determinata circa un mese fa tra la Commissione Grandi Rischi ed il Ministro Musumeci, costretto poi a rivedere il suo messaggio di un possibile passaggio all’allerta arancione che aveva procurato un forte allarme. A riproporre il problema è stato un articolo del Corriere del Mezzogiorno che ha pubblicato integralmente il verbale della Commissione Grandi Rischi, da cui emergono le criticità che portarono alla posizione del Ministro.

“I membri della commissione hanno dovuto prendere atto che il magma non solo è «coinvolto», ma che quasi certamente è risalito da un serbatoio a 7-8 km di profondità a un altro posizionato a 4 chilometri. (…) Sarebbero cioé due le sorgenti di pressione che determinano l’innalzamento del suolo, una idrotermale l’altra magmatica. E così viene segnalata «l’urgenza di estendere le analisi all’anno 2023 (…) al fine di verificare (…) un trasferimento magmatico dal sistema profondo (7-8 km) verso quello superficiale (4km)» (Corriere del Mezzogiorno).

Tra scienziati e politici non ci può essere scambio dei ruoli o gioco a scaricabarile. Per tentare di fare chiarezza che possa restituire un poco di serenità, appena conquistata dai cittadini flegrei, ma poi messa in discussione dalle ultime scosse e dalla pubblicazione del verbale, abbiamo consultato il prof. Giuseppe Luongo, residente a Pozzuoli, la cui professionalità ed esperienza è ben nota ai cittadini.

Per me il magma è dagli anni ’70 alla profondità di 3 km – dichiara il prof. Giuseppe Luongo – Si tratta dell’ estremità di un corpo magmatico, inizialmente ad alta temperatura ma non fuso, a maggiore profondità la sua temperatura aumenta e diviene parzialmente fuso. Il magma che agisce ai Campi Flegrei è migrato da una sorgente profonda 6-8 km, di estesa orizzontalmente, formando un canale (dicco) che si spinge verso la superficie. La profondità raggiunta (circa 3 km) è la profondità di equilibrio gravitazionale (il magma sale fino a quando la spinta dal basso per galleggiamento eguaglia il carico delle rocce sovrastanti). Ma il magma anche se non sale, spinge e le rocce sovrastanti si deformano, si fratturano, generano terremoti, consentano ai gas di risalire verso la superficie. Il fenomeno è continuamente alimentato molto lentamente dal profondo con la risalita di piccoli volumi di magma caldo che sostituisce quello giunto precedentemente e raffreddato. Si crea un processo convettivo. Al momento si sono create condizioni di equilibrio tra l’energia trasmessa dal profondo e quella liberata con la deformazione delle rocce, la sismicità e il calore trasportato dai gas che giungono in superficie”.

Perché il magma possa ulteriormente migrare verso la superficie dalla profondità attuale – continua lo scienziato – occorre che vi sia un significativo incremento di energia liberata in profondità. Sono confidente che un tale processo non si sia verificato e ritengo che il suo accadimento dovrebbe essere accompagnato da una modifica della dinamica dell’area flegrea. Questa è la sfida che potrebbe impegnare la comunità scientifica impegnata nel monitoraggio del fenomeno”. 
LEGGI L’ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA (CLICCA QUI)

Potrebbe interessarti:

Bradisismo: la tesi del Generale Angellotti sul fenomeno

 

Ultimi articoli pubblicati

Articoli Correlati