Giornalisti in erba: “La plastica oramai è dappertutto, persino nel nostro corpo”

Bruno racconta l’attività che Sabato scorso si è svolta alla Casina Vanvitelliana, organizzata dal CNR insieme all’istituto Tecnico Righi, aperta al pubblico

*di Bruno Amodeo

Sabato scorso alla Casina Vanvitelliana si è svolta un’attività, organizzata dal CNR insieme all’istituto Tecnico Righi, aperta al pubblico.

I visitatori hanno potuto vedere al microscopio dei campioni del lago. Si potevano osservare piccoli esseri unicellulari come diatomee e ciliati. Le diatomee sono alghe protette da un guscio di silice dalla forma geometrica. I ciliati sono piccoli esserini dotati di piccolissime ciglia quasi invisibili anche al microscopio (Figura 1).

Inoltre si potevano osservare (a
occhio nudo) anche piccole lumachine di mare mangiare l’alga Chaetomorpha capillaris, il cui nome deriva dal fatto che è sottile e lunga come un capello (Figura 2).
Una cosa molto importante da sapere su questa lumachina è che quando mangia l’alga, conserva nelle sue protuberanza a forma di foglia i CLOROPLASTI, ossia micro-animaletti che riescono a far crescere la C. capillaris e così queste lumachine diventano di conseguenza autotrofe.

Un’altra cosa che si poteva vedere a occhio nudo erano i gamberetti. Questi erano trasparenti e si poteva vedere solo lo stomaco di un colore rosso molto scuro, dovuto al cibo colorato per vedere se mangiano, e due piccoli occhi neri. Inoltre, grazie alle loro piccole zampette, riescono a muoversi nell’acqua, ma per girare usano la loro coda simile a un ventaglio (Figura 3).
Inoltre, c’era un gioco di carte in cui
grazie a delle forme geometriche che rappresentano ciò che ha mangiato il mollusco, si doveva individuare il suo cibo.

Poi c’era un altro banco dove si spiegava in maniera molto approfondita che la plastica è ormai dappertutto, persino nel nostro corpo e che stanno provando a sostituirla con materiali ecologici. Ad esempio, hanno inventato un vasetto fatto di chitosano, estratto dal guscio dei crostacei macinato, per sostituire il vaso di plastica. Il problema del vaso di plastica è che quando la pianta cresce, o si rompe, o rompe le radici della pianta che di conseguenza muore.

Un vaso di chitosano sembra fatto di terriccio secco che quando si bagna si affloscia o si rompe, ma non è così, anzi quando lo bagni non ti sporchi neanche e, al contrario del vaso di plastica, si può mettere direttamente nel terreno con tutta la pianta perché è biodegradabile! In tutto ciò, stanno anche allevando batteri per mangiare ed eliminare la plastica, ma fino a quando non saranno in azione, ma anche quando lo saranno, per non ridurci a costruire piccoli robottini con il compito di pulire la Terra dalla plastica, noi dobbiamo cercare di non usarla, o meglio ancora di eliminarla.

E per chi se lo sta chiedendo sì, abbiamo liberato tutti i microrganismi nel lago da cui provenivano tranne un piccolo campione di alghe.

*La rubrica “Giornalisti in erba”, accoglie i testi dei bambini della scuola primaria. Il testo giornalistico è uno dei testi maggiormente graditi dai piccoli. Può essere realizzato come “testo giornalistico di cronaca”, oppure come “intervista” o, ancora, come “reportage”.

Potrebbe interessarti anche:

Giornalisti in erba: reportage di New York

Ultimi articoli pubblicati

Articoli Correlati