Il bisogno di Dio è prepotente nel silenzio della cella, dove le paure amplificano l’istinto di sopravvivenza e mortificano i valori cristiani della condivisione. Anna ce lo spiega nella supplica rivolta al Padre: in essa invoca il perdono per sé e per quanti vivono la sua stessa condizione di detenzione. Narra delle vicende quotidiane di chi, per paura di essere sopraffatto, tenta di sopraffare con la prepotenza, dimenticando l’umiltà che dovrebbe unire tutti i fratelli:
“Padre Nostro, ti invochiamo oggi con la nostra preghiera affinché tu possa aiutarci a non perderci dietro cose inutili nel nostro cammino di Fede. Tu, unico raggio di luce da seguire per noi ristrette in questo luogo. Aiutaci a distinguere l’essenziale da ciò che non lo è, tagliando il superfluo e quindi tutto ciò che può portarci al peccato e a ferire i nostri fratelli. Con essi dovremmo, in seno alla fede, camminare con essi, con l’amore giusto per Te, Padre Nostro.
Aiutaci a superare la paura che è un sentimento pericoloso in quanto ci impedisce di affrontare con serenità e forza questo percorso sofferente; non ci permette di amare il Prossimo, inducendoci talvolta a inveire contro gli altri. Quindi insegnaci innanzitutto ad amare e riconoscere la Verità. Oggi con coraggio ammettiamo dinanzi a Te le paure più grandi, confidando nella Tua infinita potenza, grandezza, che ci guidi su quella strada che da tempo abbiamo smarrito. La strada che ci indica il vero cammino: la Verità, la Misericordia, l’Umiltà oramai valori rari, ma necessari a porgerci dinanzi a Te con la preghiera. Ogni giorno proviamo ad amarti di più, ma Tu stringici, abbiamo bisogno di Te. Grazie Signore. Amen”
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