Rientro in presenza: il punto di vista degli studenti in protesta

Le dichiarazioni di chi ritiene disorganizzato il piano di rientro

Molti studenti delle scuole puteolane hanno intrapreso oggi una protesta allo scopo di richiamare l’attenzione sull’organizzazione delle attività didattiche in presenza. I piani di rientro di varie scuole vengono considerati non adeguati.

Alessandra, studentessa del terzo anno del Liceo delle Scienze Applicate al Pitagora di Pozzuoli, evidenzia quanto la DaD abbia rappresentato per lei e per i suoi compagni un periodo molto difficile, nonostante quest’anno sia notevolmente migliorata sul piano tecnico e didattico. “Abbiamo bisogno di tornare ai contatti con i professori e con i nostri compagni – dichiara – ma questo solo quando le condizioni sanitarie lo consentiranno. Abbiamo per questo attuato una protesta, puntando sull’appoggio mediatico, allo scopo di farci ascoltare dalla Prefettura di Napoli”. – Da rappresentante di classe Alessandra ci spiega che la struttura scolastica dell’ISIS PITAGORA fornisca poche aule che, secondo la normativa Covid, possono ospitare l’intera classe. “Ma la divisione delle altre classi come soluzione è impensabile. Mentre il 50% delle classi segue in presenza, l’altra parte non può partecipare alle lezioni, e realizza una modalità asincrona di studio. Non è stato possibile, infatti, per l’Istituto attuare la DID (didattica integrata a distanza – ndr). Noi chiediamo, invece, che venga adottata proprio quest’ultima formula che ci sembra la più razionale. La nostra manifestazione si è basata prima di tutto sulla sperimentazione del sistema adottato per verificarne concretamente il funzionamento. Sul campo abbiamo riscontrato molte più problematiche di quanto pensassimo e qui di abbiamo deciso, a seguito di numerose riunioni con i rappresentanti d’Istituto, di agire in questo modo: oggi mercoledì 3 febbraio ci siamo astenuti da ogni tipo di lezione in didattica e in presenza appendendo striscioni che esprimono appieno il nostro disappunto con le modalità didattiche stabilite; domani 4 febbraio faremo lo stesso ma organizzando una riunione online con i professori che vorranno ascoltarci e appoggiarci; infine venerdi 5 febbraio ci presenteremo fuori scuola in un sit-in organizzato per protestare e al quale parteciperanno solamente due rappresentanti per ogni classe, per evitare assembramenti. Mentre il resto delle classi si asterra’ nuovamente dalle lezioni.

Sara, è una studentessa della V C del Liceo delle Scienze Applicate presso l’Istituto Ettore Majorana di Pozzuoli. Partecipa anche lei, insieme agli altri studenti della scuola, allo sciopero a causa dell’orario che è stato disposto per il rientro. “Alterniamo giorni in cui dovremmo entrare alle 8.00 e uscire alle 14.00; giorni in DAD; giorni in cui dovremmo entrare alle 10.00 e uscire alle 16.00. – dichiara la studentessa – Ovviamente non possiamo mangiare a scuola, e questo ci causa problemi, non solo per lo sfasamento di un’alimentazione equilibrata, ma anche perché noi ragazzi non potremmo più adempiere ad altre attività pomeridiane, compreso lo studio. C’è da dire che la mia scuola è attrezzata per quanto riguarda i dispositivi di protezione individuale (mascherine, gel igenizzanti, banchi singoli, termoscanner). Personalmente non mi sono trovata male con la DAD, credo che se un ragazzo si vuole impegnare ci riesce anche da casa. È vero che a scuola si ha un impatto diverso, ed è più semplice seguire la lezione, ma preferisco la DAD a queste nuove disposizioni. Credo che la protesta sia giusta, e spero che riusciremo ad ottenere qualcosa. Vogliamo tutti tornare a scuola, ma in condizioni più umane e più sicure.”

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