Nella terra dei Fuochi ci si ammala di più: report di 41 Sindaci

Lo scorso lunedì, presso il Palazzo Ducale di Lusciano, ospiti del primo cittadino Nicola Esposito, una delegazione di 41 sindaci si è incontrata, insieme ai comitati ambientalisti ed al Vescovo della Diocesi di Aversa Angelo Spinillo. Hanno dato vita alla consulta “Oltre la Terra dei Fuochi” sottoscrivendo un esposto indirizzato alla Procura della Repubblica di Napoli e di Napoli Nord, per chiedere indagini sul tema.

Nonostante gli sforzi profusi nel corso degli anni per contrastare il doloroso e triste fenomeno di roghi dolosi di rifiuti, senz’altro pericolosi e nocivi, nei comuni insistenti nell’area Nord Napoli ed a Sud di Caserta, il fenomeno non si è arrestato” si legge in una nota. “E’ di tutta evidenza che dietro questo fenomeno criminale si nasconde un mercato illegale di smaltimento dei rifiuti”.

Nella Terra dei Fuochi ci si ammala di più. Per anni hanno cercato di dare un’altra visione ad una triste realtà che, purtroppo, vediamo coi nostri occhi quotidianamente e che oggi viene certificata dai numeri. Quelli elaborati nell’ambito di un protocollo siglato 5 anni fa dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord e l’Istituto Superiore di Sanità.

L’indagine è stata realizzata nei comuni di competenza della Procura di Napoli Nord: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa, Frignano, Gricignano, Lusciano, Orta di Atella, Parete, Sant’Arpino, San Cipriano, Succivo, Teverola, Trentola Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno per la provincia di Caserta; Afragola, Arzano, Caivano, Calvizzano, Cardito, Casandrino, Casavatore, Casoria, Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano, Grumo Nevano, Marano, Melito, Mugnano, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca per la provincia di Napoli.
Una prima parte dei risultati conseguiti, soprattutto sul fronte della caratterizzazione ambientale riferita ai siti di smaltimento dei rifiuti, è stata oggetto di presentazione pubblica nel mese di giugno del 2019, con la partecipazione degli enti pubblici interessati e dei principali stakeholders. Il minuzioso lavoro di raccolta, integrazione ed analisi di tutti i dati ambientali disponibili, relativi ai siti di rifiuti, per il territorio in esame, ha permesso di caratterizzare il territorio di ciascuno dei 38 comuni dell’area in studio in termini di impatto ambientale dovuto alla presenza di siti di smaltimento controllato o incontrollato di rifiuti evidenziando le aree comunali maggiormente “impattate”.

Dalle analisi sull’andamento del rischio sanitario in funzione dei valori dell’indicatore di rischio da rifiuti stimato per ogni Comune (IRC) all’interno dell’area indagata, è emerso un maggior rischio per alcune patologie nei comuni maggiormente impattati da siti di rifiuti. I risultati indicano in particolare che: “La mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti, rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti; l’ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, nei comuni nei comuni di terza e quarta classe; la prevalenza dei nati pretermine è molto più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore, rispetto alla prima; la prevalenza di malformazioni congenite (MC), nel loro complesso, è significativamente più elevata nei comuni della classe 4 dell’indicatore IRC, rispetto alla prima. Nei comuni della classe 4 di IRC è maggiore anche la prevalenza delle malformazioni congenite dell’apparato urinario; nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati per asma aumentano significativamente passando dai comuni della classe 1 a quelli delle classi successive di IRC, con il rischio maggiore nei comuni della classe 4“.

Questi risultati, evidenziano nel complesso un possibile ruolo causale o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie. Aver focalizzato le analisi a specifiche patologie che riconoscono tra i fattori di rischio l’esposizione ai rifiuti e/o ai contaminanti da essi rilasciati, le cosiddette patologie a priori, rende più confidenti nel possibile ruolo causale o concausale delle esposizioni in studio. Inoltre, il territorio indagato può ritenersi abbastanza omogeneo, in termini di accesso alle cure e di stato socio-economico delle popolazioni, per cui si può ragionevolmente ritenere che i risultati delle analisi di regressione per classi di comuni di IRC, condotte dall’area in studio, siano al netto di questi fattori”.

La raccolta e l’analisi dei dati sanitari delle diverse fonti informative accreditate disponibili ha permesso di fornire un quadro dello stato di salute nell’area in esame, evidenziando anche le situazioni locali che meritano specifiche attenzioni. Alcuni comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità, ospedalizzazione, incidenza dei tumori, prevalenza di malformazioni congenite e di nati pretermine o con basso peso. Per alcune patologie è stata evidenziata una correlazione con il rischio di esposizione a rifiuti.

Ieri mattina, presso la Procura di Napoli Nord è stata consegnata la denuncia alla procuratrice Maria Antonietta Troncone. Si richiede di indagare sui tanti roghi dei rifiuti che avvengono nei comuni nell’area Nord Napoli ed a Sud di Caserta nel tentativo di riuscire ad arginare il fenomeno.

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Fonte: CASERTANEWS.it

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