La Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che “L’uso degli embrioni o dei feti umani come oggetto di sperimentazione costituisce un delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani“

Vaccini ed etica cattolica: il punto della situazione

Ricevo e pubblico*

I vaccini anticovid attualmente in circolazione in Europa sono prodotti e testati con linee cellulari che provengono da feti abortiti volontariamente fra gli anni ’60 e ’70. Il problema riguarda anche vaccini di ampia diffusione contro malattie come la rosolia e la varicella. Tutto ciò pone il diritto/dovere di obiezione di coscienza per tutti coloro cui viene offerta se non addirittura imposta la vaccinazione. In realtà esistono molte alternative che non sollevano problemi etici come l’utilizzo di cellule placentari. Si attende ancora l’immissione sul mercato di vaccini moralmente leciti, che rispettino la vita umana e le coscienze di tutti.
Il 31 luglio 2017 la Pontificia Accademia per la Vita aveva diffuso una nota in cui si difendeva l’uso dei vaccini. In essa si affermava che in passato i vaccini potevano essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate erano distanti dagli aborti originali. Inoltre, con il progredire degli studi scientifici non sarebbe stato più necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari. Resta, tuttavia, il fatto che le linee cellulari sulle quali si innestano i vaccini attualmente in circolazione derivano ancora dai feti abortiti nei decenni passati.
Nella nota della Congrazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-covid-19 del 21 dicembre 2020, si afferma addirittura che “quando non sono disponibili vaccini contro il Covid-19 eticamente ineccepibili (…) è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid- 19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione. La ragione fondamentale per considerare moralmente lecito l’uso di questi vaccini è che il tipo di cooperazione al male (cooperazione materiale passiva)(…) dell’aborto procurato è remota. Il dovere morale di evitare tale cooperazione materiale passiva non è vincolante se vi è un grave pericolo, come la diffusione, altrimenti incontenibile, di un agente patogeno grave: in questo caso, la diffusione pandemica del virus SARS-CoV-2 che causa il Covid-19. È perciò da ritenere che in tale caso si possano usare tutte le vaccinazioni riconosciute come clinicamente sicure ed efficaci con coscienza certa che il ricorso a tali vaccini non significhi una cooperazione all’aborto dal quale derivano le cellule con cui i vaccini sono stati prodotti. È da sottolineare, tuttavia, che l’utilizzo moralmente lecito di questi tipi di vaccini, per le particolari condizioni che lo rendono tale, non può costituire in sé una legittimazione, anche indiretta, della pratica dell’aborto, e presuppone la contrarietà a questa pratica da parte di coloro che vi fanno ricorso. Infatti, l’uso lecito di tali vaccini non comporta e non deve comportare in alcun modo un’approvazione morale dell’utilizzo di linee cellulari procedenti da feti abortiti“. Un siffatto modo modo di procedere, anche se apparentemente logico, lucido e metodico, di fatto è contraddittorio e non condivisibile. Infatti, anche se in linea teorica si disapprova l’utilizzo di linee cellulari abortive, di fatto lo si legittima, sia pure in caso di impellente necessità.
Inoltre, sembra non si tenga assolutamente conto di un altro documento approvato da Benedetto XVI il 20 giugno 2008 (ISTRUZIONE: DIGNITAS PERSONAE – SU ALCUNE QUESTIONI DI BIOETICA). In questo documento, sempre la Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che “L’uso degli embrioni o dei feti umani come oggetto di sperimentazione costituisce un delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani, che hanno diritto al medesimo rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona. Queste forme di sperimentazione costituiscono sempre un disordine morale grave“. E ancora: “Quando l’illecito è avallato dalle leggi che regolano il sistema sanitario e scientifico, occorre prendere le distanze dagli aspetti iniqui di tale sistema, per non dare l’impressione di una certa tolleranza o accettazione tacita di azioni gravemente ingiuste. Ciò infatti contribuirebbe a aumentare l’indifferenza, se non il favore con cui queste azioni sono viste in alcuni ambienti medici e politici“.
In conclusione, possiamo affermare che la somministrazione dei vaccini, così come avviene oggi, pone seri problemi di carattere etico-morale, indipendentemente dall’effettiva efficacia degli stessi e dai risultati cui è pervenuta la ricerca medico-scientifica. Se è vero, infatti, che una seria sperimentazione non può ammettere limitazioni perché è libera per sua stessa natura, è anche vero che esistono dei limiti imposti da Dio (per chi è credente) o dalla natura che non possono essere oltrepassati, senza causare uno squilibrio nell’intero sistema. Affermare di voler salvare vite umane attraverso linee cellulari provenienti dal sacrificio di altre vite umane è contraddittorio e immorale oltre che pericoloso. Quando il business prende il sopravvento sui valori etici, c’è sempre il rischio di perdere di vista la centralità della persona e la dignità della vita umana, che finiscono per diventare un mezzo, piuttosto che un fine. Vada perciò avanti la ricerca scientifica, ma nei limiti di ordine morale che la natura stessa impone. E se esiste la possibilità di ottenere lo stesso risultato facendo ricorso a metodi alternativi di provata efficacia, si privilegino quelli, rispetto agli altri, legalmente e scientificamente validi, ma eticamente discutibili. Nè si costringano le persone alla vaccinazione coatta, contraria alle leggi costituzionali e alla dignità della persona, ma si lasci all’individuo la libertà di scegliere il trattamento sanitario cui volontariamente sottoporsi.

*Modesto Caruso

FONTE: pro-vita e famiglia.it 

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