Il Crocifisso De Cioffis di epoca medioevale “abbandonato” al Rione Terra

L’Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute, costituito 15 anni fa e che mi onoro di rappresentare, è impegnato anche per la valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio storico-artistico-culturale.

Ho il piacere di raccontarvi la storia di un Crocifisso di epoca medioevale che molti puteolani probabilmente non conoscono. Fu realizzato tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIX secolo, faceva parte dell’arredo artistico della Chiesa Santo Spirito dell’Ospedale di Tripergole. L’edificio fu distrutto dal maremoto, dagli eventi sismici e dall’eruzione di Monte Nuovo che si verificò tra il 29 settembre ed il 6 ottobre del 1538.

Il Crocifisso, rapito dal mare, essendo di legno, galleggiò e fu trasportato fino alla costa puteolana. Il popolo considerò questo evento un segnale positivo, un miracolo, e lo sistemò al Rione Terra. E’ stato conservato nella trecentesca Cappella di San Giacomo Apostolo, detta De Cioffis.

A seguito dello sgombero del 2 marzo 1970, il Vescovo Salvatore Sorrentino, quando fu costretto ad abbandonare la residenza storica, pensò bene di salvaguardare alcune opere, tra cui il Crocifisso. L’11 dicembre 1980, per ordine del Sovrintendente Raffaello Causa, il Crocifisso fu posto sul portabagagli di una macchina di colore bianco (come si evince in una foto scattata dal compianto don Raffaele Russo, alla presenza dei compianti professori Raffaele Giamminelli e Don Angelo d’Ambrosio) e fu portata nei depositi del Museo Nazionale di San Martino. Dopo un restauro accurato ,l’opera fu esposta nelle Gallerie Nazionali di Capodimonte a Napoli. Qui è stata ammirata per 37 anni. Abbiamo testimonianze di puteolani, tra cui Letizia Gentile, che si recavano a Capodimonte per far visita al Crocifisso.

Il 13 maggio 2017, con l’assistenza tecnica del gallerista puteolano di fama internazionale Alfonso Artiaco, la prestigiosa opera fu restituita e collocata nella ormai ex Cappella De Cioffis-Russo, protetta da un vetro, con notevole difficoltà di essere apprezzata e senza alcuna indicazione con la quale si racconta la bellissima storia. Ci sono state varie rimostranze, in particolare del maestro d’arte Antonio Isabettini e di altri cittadini per sollecitare una migliore visibilità e valorizzazione dell’opera. Con il recupero del Rione Terra, dovrebbe essere evidente che la proprietà dello stabile è del Comune, che dovrebbe stabilire gli opportuni contatti per restituire il meritato splendore ad un’opera di epoca medioevale.

Dopo l’incontro di ieri al Rione Terra con Antonio Isabettini su storie e tradizioni puteolane, una folta delegazione di cittadini ha fatto una visita al Crocifisso, manifestando delusione ed amarezza perchè dovrebbe rappresentare un’occasione d’oro per attrarre turisti.


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