Blanco chiede scusa alla Città dei Fiori

Con un post pubblicato su Instagram, Riccardo Fabbriconi (in arte Blanco), che compirà 20 anni domani, abbozza qualche giustificazione con velata patina di pentimento, che non potremmo proprio definire “scuse”, a seguito della bruttissima esibizione avvenuta lo scorso martedì sul palco di Sanremo.

“Cadono fiori, Ariston. Si spezzano fiori, Ariston. Cala il sipario, Ariston. Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, Ariston. Mi hai visto fragile come un bimbo e qui proprio qui, dove mi hai insegnato a correre, sono caduto. Mi sono rotto la faccia e piango, Ariston. Ma poi…Rido, rido, ridi, rido, perché non sono perfetto come mi volevi. Ma finalmente sono me stesso, ti voglio bene Ariston. Con tutta la mia follia”.

Lo stesso pubblico dell’Ariston che lo aveva acclamato un’ora prima durante la performance con Mahmood, lo ha fischiato e invitato ad uscire poco dopo: gli ospiti presenti (in realtà anche il pubblico a casa) non hanno affatto gradito la plateale protesta che Blanco ha inscenato durante la presentazione del suo singolo “L’isola delle rose. Il cantante lamentava di non avere il ritorno di voce nelle cuffie e così si è “divertito” sfasciando il palco.

Aldilà delle lettura “violenta” e “folle” dell’esibizione del cantante bresciano, che ha fortemente indignato il pubblico presente e lontano, è insorto anche il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri. “Ognuno di noi fa delle stupidaggini. Tutti siamo stati ragazzi. A volte, se uno fa una ca**ata basta chiedere scusa, ci vuole solo un po’ più di rispetto per il lavoro altrui – ha commentato il primo cittadino – Noi siamo conosciuti nel mondo soprattutto come la città dei fiori. Già dai primi del ‘900 i pionieri della nostra agricoltura andavano in giro per il mondo per far conoscere le nostre specie. Ci sono anni di lavoro per la creazione dei fiori da parte del comparto. Anni di lavoro come per creare una canzone, è arte come tantissime altre cose“.

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