Vaccini: oggi è possibile curare le reazioni avverse riconoscendo i sintomi

Le autopsie confermano i meccanismi che portano alle trombosi e hanno consentito all’equipe di esperti di definire il protocollo di intervento

Solo dopo il verificarsi di diverse reazioni avverse conseguenti al vaccino AntiCovid 19, è stato possibile condurre degli studi più approfonditi sulle cause legate soprattutto alle trombosi che, per alcuni vaccinati, si sono rivelate fatali. Il team che ha effettuato lo studio è composto da esperti nel campo della coagulazione e delle trombosi delle Università di Catania, Foggia, Palermo, Ferrara e IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico Milano.

Grazie alle autopsie, gli esperti ricercatori italiani, tra cui il professor Paolo Zamboni, (del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara), hanno confermato le ipotesi, avanzate già dai ricercatori tedeschi, sui meccanismi che portano alle rare reazioni avverse legate al vaccino anti-covid che sono causa di trombosi.

Gli accertamenti su alcuni campioni, per la prima volta condotti in studi autoptici, verificano e confermano che il nemico ha un nome: VITT (vaccine inducted trombosis), rarissima e sicuramente attribuibile alla vaccinazione. È originata dalla creazione nell’organismo di anticorpi che snatura il ’Pf-4’, il fattore piastrinico che equilibra la coagulazione del sangue. In questo modo si originano trombosi in punti diversi da quelli attuali, e sino ad oggi con esiti talvolta letali. Questi complessi anti-Pf-4 sono stati individuati solo il mese scorso da colleghi inglese e tedeschi – spiega Zambonie si sono dimostrati responsabili nel nostro studio di estese trombosi venose in sedi atipiche, come le vene del fegato, dell’intestino e del cervello. La VITT se non diagnosticata in tempo porta a un drammatico consumo di piastrine a cui possono conseguire emorragie cerebrali fatali“. I sintomi da non sottovalutare sono i seguenti: cefalea intensa e atipica, dolori al collo e addominali, gonfiori estesi a braccia e gambe. Anche alcuni semplici esami da laboratorio possono essere determinanti per intervenire tempestivamente: l’emocromo con piastrine, il fibrinogeno e il D-Dimero. Si fanno rapidamente, e può essere somministrata una terapia specifica a base di gamma globuline, prednisolone e fondaparinux: in due giorni c’è la regressione totale della trombosi. Gli studi in questione chiariscono anche che la VITT prescinde dalla storia clinica del paziente e che può definirsi un evento slegato.

Fonte: il Sicilia.it – Quotidiano Nazionale

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