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Sentenza Isochimica di Avellino: il pensiero torna agli operai della Sofer di Pozzuoli

Si è concluso il processo di primo grado per la morte di 33 operai e per la malattia di altri 200 che hanno lavorato nello Stabilimento  Isochimica di Avellino con esposizione all’amianto. È noto che tale sostanza-killer provochi una malattia mortale ai polmoni, il mesotelioma. Condannati a 10 anni di carcere due ex dirigenti dello stabilimento e due funzionari delle Ferrovie dello Stato.

A distanza di oltre 6 anni si ottiene un altro importante risultato che smentisce le tesi scellerate di negazionisti sulla mancanza di nesso causalità tra inquinamento ambientale e cancro. La stessa dura battaglia fu condotta dagli operai della Sofer di Pozzuoli. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine del compianto Tonino di Francia (fratello di lotta, non di sangue) quando nella fase post-bradisismica degli anni ottanta, quasi con le lacrime agli occhi, si rivolse alla sede della Cisl che allora si trovava in Piazza della Repubblica. Chiese aiuto almeno per le fotocopie delle cartelle cliniche in quanto non aveva ricevuto nessun sostegno per portare avanti la sua battaglia  sulla malattia e morte di tanti compagni. A seguire ottenne altre solidarietà e solamente nel 1994 fu fatta giustizia, con il riconoscimento che l’asbestosi e il mesotelioma venivano provocati dall’esposizione all’amianto. La fabbrica fu chiusa, con trasferimento dei dipendenti in altre sedi, e successivamente venduta ad una società privata di Pozzuoli. Si spera che l’intera area, che si trova a ridosso di centri abitati, sia stata almeno bonificata. Merita la lettura il libro Morire per i profitti. L’amianto alla Sofer. Una denuncia di parte operaia”, a cura di Franco Rossi ed Andrea Vitale.

Sono stati necessari tantissimi lutti per poter dare un concreto riconoscimento al Prof. Giovanni Giacomo Giordano, per il quale la Chiesa Cattolica dovrebbe concretizzare un percorso di beatificazione per aver dedicato la sua vita alla ricerca con ottimi risultati, pur tra tante diffidenze ed opposizioni. Negli anni settanta avviò uno studio ed accertò il nesso di causalità tra inquinamento e cancro ed in particolare scoprì i gravi danni provocati dall’ esposizione all’amianto. Non fu uno scienziato organico al sistema, per cui pagò di persona e fu rimosso dal suo incarico di direttore scientifico dell’Istituto Pascale di Napoli. La storia è riportata dal figlio, Prof. Antonio Giordano, illustre scienziato di fama internazionale, nel libro Monnezza di Stato”, che ha scritto in collaborazione con il giornalista Paolo Chiariello e che fu presentato a Pozzuoli nel 2015 in un convegno organizzato da Acli Dicearchia ed Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della Salute. Il Prof. Giordano è un prezioso riferimento scientifico per le Associazioni sulle battaglie che stanno portando avanti nel comprensorio flegreo-giuglianese.

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