Dati alterati sui morti in ospedale: le dichiarazioni shock di un medico romano

Sul blog di Nicola Porro si riporta il servizio di RAI 2 andato in onda durante la trasmissione Restart. Nel video, un medico dirigente di un ospedale romano rilascia delle dichiarazioni molto forti che inducono a riflessioni profonde. Sostiene che i dati in certi casi sarebbero volontariamente alterati. Ecco le dichiarazioni: “È frequente che venga scritto sulla cartella che un paziente è morto di Covid, quando in realtà non lo è, in modo che salga il numero di positivi. La stessa cosa accade per i ricoveri. Se un malato oncologico entra in ospedale e poco dopo si rivela positivo, anche se non ha sintomi diventa immediatamente un paziente Covid. È gravissimo che trasferiscano un malato di tumore in una struttura Covid, può essere come mandarlo alla morte, ma accade spesso”. A quel punto la giornalista chiede: “Ma a cosa servono tutti questi positivi?” Il medico risponde secco: A fare soldi. Lei capisce che uno che mi entra in ospedale con una gamba rotta e poi risulta positivo non costa quelle cifre se non ha sintomi. L’ospedale prende dei rimborsi in proporzione al numero dei ricoveri e quindi tecnicamente la legge viene rispettata, ma poi esistono logiche per spartirsi il bottino. Ci sono interessi, soldi, potere, avanzamenti di carriera, li stanno premiando ed hanno già cominciato, rimodulando i contratti, l’hanno chiamata ‘produttività’, ma purtroppo si producono soltanto molte false morti per Covid. In alcune strutture ospedaliere si alterano i dati perché sperano che, dimostrandosi in sofferenza per il Covid, possano mettere le mani più facilmente sui soldi del Pnrr. Si stanno organizzando anche per assumere nuovo personale, nonostante questa cosa non sia prevista. Il pubblico apre le strutture e la gestione del personale viene data ai privati. I positivi servono per alimentare il sistema!”

Sempre nella clip di Restart, un’altra testimonianza rilascia ulteriori inquietanti dichiarazioni: “È un business, il Covid per i privati è un business. Quello che succede nell’ambito privato è qualcosa di molto grave. A noi sono arrivate richieste dall’alto, dai direttori generali, direttori sanitari, di alterare le cartelle cliniche, scrivendo magari che il tampone è positivo o dichiarando come Covid casi sospetti. Per l’ospedale su 10 morti, 7 sono Covid. È già deciso”.

Guarda il video:

Sono dichiarazioni queste che inducono a comprendere perché l’Italia si distingua da tanti altri Paesi europei in termini di restrizioni. Noi continuiamo a vivere in una logica del terrore indotto dai mass media, che comunicano in modo martellante dati parzialmente alterati: sono i dati che mettono in moto meccanismi delle restrizioni. Si auspica che la magistratura indaghi su tale raccapricciante vicenda.

Fonte: il blog di Nicola Porro

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