PIANETA SCUOLA a cura di Ennio Silvano Varchetta – Riflessioni DADentro (2^ parte)

La didattica a distanza nonostante la situazione, ha permesso di mantenere una certa stabilità, incontrando, seppur virtualmente, compagni ed insegnanti, e dando così un senso di appartenenza e di legame. Su questo ormai siamo tutti d’accordo. Una situazione, la dad, che, durante i vari lockdown totali è stata molto importante per i docenti, nei vari segmenti di scuola, e ha permesso di superare più agevolmente i giorni e i mesi difficili.
Non sono mancate le criticità: sappiamo che i bambini e i ragazzi spesso soffrono relegati nelle loro abitazioni, le famiglie fanno i salti mortali per gestire la presenza dei figli a casa, conciliando il tutto con impegni di lavoro, aiuto nei compiti, a volte scarsa dimestichezza con la tecnologia ed assenza di mezzi e supporti.
In ogni caso la Dad rimane una risorsa indispensabile, specie in momenti particolari come quelli che abbiamo vissuto, ha obbligato ed obbliga in un certo modo, anche gli insegnanti, specialmente delle classi più basse, a rivedere il loro modo di fare didattica, diventando così una preziosa occasione per migliorare le modalità di trasmissione del sapere, portandola in un certo qual modo nel XXI secolo.
Pedagogicamente parlando la didattica in presenza ha, ovviamente, tutt’altra ricaduta: avere davanti il gruppo classe, modulare il tono della voce, spostarsi fisicamente fra i banchi, toccare e visionare i quaderni, guardare i comportamenti dei singoli alunni, oltre a tante altre cose, rappresenta la modalità classica e per eccellenza di fare scuola. La personalità del docente, il suo carisma, la sua autorevolezza, il confronto tra i colleghi, le risposte educative e didattiche che vengono di volta in volta colte e che permettono di calibrare le singole lezioni fanno tutto il resto.

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