Omicidio poliziotto puteolano: assolto Meran per vizio di mente

Proteste in aula di familiari, amici e colleghi dei “Figli delle Stelle”. Pasquale Rotta: “Oggi porterò rose bianche sulla tomba di Pierluigi. Il 6 maggio è stato ucciso di nuovo”

È stato assolto per “vizio di mente” Alejandro Augusto Stephan Meran, l’assassino dei due agenti di polizia Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. Il dominicano, accusato di aver ucciso i due agenti nella Questura a Trieste nell’ottobre del 2019, viene ritenuto non imputabile dalla Corte d’Assise di Trieste.

In conseguenza alla perizia psichiatrica eseguita dal prof. Stefano Ferracuti, il PM Federica Riolino aveva chiesto “e non a cuor leggero” l’assoluzione dell’imputato Meran “per vizio totale di mente”. Il professore di Psicologia clinica alla Sapienza di Roma, aveva relazionato sulla “non capacità di volere al momento del fatto” dell’imputato.

Vista la sua pericolosità sociale, il PM ha chiesto ed ottenuto l’applicazione di una misura di sicurezza in una struttura idonea. Per Meran viene, pertanto, disposto il ricovero per trent’anni in una REMS (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).

Il capo della Polizia Lamberto Giannini ha contattato i familiari di Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, per un lungo colloquio subito dopo la sentenza. Nell’aula della corte d’Assise di Trieste, piena di familiari e colleghi dei poliziotti uccisi, sono scoppiate le proteste. Si respirava aria tesa fin dalle prime ore del mattino, perché dalle requisitorie era già intuibile l’epilogo della vicenda.

Era ampiamente prevedibile, infatti, la reazione dei familiari maturata in un clima di grande tensione. Prima dell’inizio del processo, il GIP aveva disposto una perizia sull’indagato domenicano che si era conclusa con una dichiarazione di vizio parziale di mente. Se ciò fosse stato confermato anche in dibattimento, la detenzione sarebbe stata possibile in carcere, seppur in misura ridotta.

Meran il 4 ottobre del 2019 era stato arrestato per sospetto furto di un ciclomotore. Era stato condotto dai poliziotti Rotta e Demenego nella questura di Trieste. Era riuscito a sottrarre la pistola al primo, uccidendolo in un istante. Dopodiché aveva colpito l’altro. Tutto in una sequenza di 5 minuti. Poi una rocambolesca fuga con l’esplosione di altri colpi di pistola da parte del domenicano. Fino al ferimento e alla cattura ad opera di altri poliziotti.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aveva insignito della medaglia d’oro al valor civile Pierluigi e Matteo lo scorso 12 aprile. “Non accetto le vostre condoglianze, ve le potete tenere per voi – dichiara il papà di Pierluigi, Pasquale Rotta rivolto al collegio giudicante – Avevo chiesto giustizia, solo giustizia! Avete perso un’occasione per capire che c’era un briciolo di fiducia da parte dei cittadini, ma l’avete persa! Il popolo adesso esprime dissenso e dolore. Dovete accettarlo. La gente per bene si aspettava non il vostro cordoglio, ma giustizia. C’è una domanda che mi faccio: “Se invece del figlio del poliziotto ci sarebbe il figlio di un magistrato, la sentenza sarebbe stata la stessa? C’erano i presupposti e non sono stati presi in considerazione: sarebbe bastato che il pm si fosse espresso in modo diverso. La parola “assolto” fa male. E’ come se fosse l’imputato la persona offesa. Si sarebbe potuto dare un segnale positivo a tutte le forze dell’ordine, a tutti gli operatori che ogni giorno combattono per la nostra sicurezza, per la loro sicurezza, invece l’hanno sprecata. Adesso vado al cimitero per portare rose bianche sulla tomba di Pierluigi, perche il giorno 6 maggio è stato ucciso un’altra volta ma non con proiettili, ma dalle parole sbagliate dette da persone senza cuore”.

Medaglia d’oro al valore civile per Pierluigi Rotta

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