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Oggi avrebbe compiuto 52 anni Lia, mia sorella. A soli 43 anni ha perso la sua battaglia contro il cancro, arrivato 3 anni prima violento, beffardo, rubandole il futuro. Pozzuoli, uno dei 90 comuni della Terra dei Fuochi miete da 30 anni le sue vittime, morte nel silenzio e dell’indifferenza. Quei morti nessuno li conta, tant’è che il registro dei tumori Γ¨ fermo al 2013. Sono i morti per i quali lo Stato non si impegna con le stesse energie utilizzate per sconfiggere la pandemia. Quelli non bloccano l’economia. Anzi la loro malattia produce ricchezza.

Grazie a Lia, a partire dall’ultimo anno della sua breve vita, abbiamo iniziato le nostre battaglie come associazioni. Persone unite da quel senso civico di cui oggi tanto si parla, di cui ci si riempie la bocca riferendosi ai vaccini. Dove era questa gente mentre noi, e altre 100 mila persone, manifestavamo sotto la pioggia nel corteo β€œFIUME IN PIENA”? È grazie a noi che oggi l’Italia ha la legge 6/14, la norma che ha stanziato 33 milioni di euro per gli screening oncologici. Ma la Campania ha bisogno anche di bonifiche e di messa in sicurezza delle discariche. Da 8, anni in memoria di Lia, portiamo avanti i due appuntamenti fissi: il Premio Dicearchia (a maggio, in prossimitΓ  del giorno della nascita) e la Messa in ricordo delle vittime dei disastri ambientali (a settembre, in prossimitΓ  del giorno della morte). Anche la pandemia non ci ha fermati: solo lottando per Lia e per le migliaia vittime della β€œMunnezza di Stato” daremo un senso alla loro morte ed esse potranno riposare in pace.


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