La valutazione nella scuola

Ricevo e pubblico*

Nella scuola sta tornando a sventolare la bandiera “valutazione”; questa volta peró i protagonisti sono docenti e dirigenti. Torna come bandiera nuova appena confezionata nelle stanze del potere. Nulla di più falso. I primi questionari “di gradimento” li ho fatti alla scuola di Pinetamare negli anni ‘90 con un direttore (non dirigente) di ampie vedute sempre curioso e aperto alle novità. Un questionario interno a cui risposi con la schiettezza e spontaneità che mi hanno sempre caratterizzato…non certo con risposte da “copia ed incolla” compiacenti ed attente a far funzionare la macchina burocratica non certo assicurare la “qualità”. La qualità, infatti, non si regge sulla valutazione. La valutazione è un improponibile distrattore dai problemi veri. E se poi di valutazione proprio si vuol parlare visto che son finite le bambole da pettinare, mi farebbe piacere che i docenti venissero valutati per la quantità e qualità del lavoro materiale e psichico sommerso, trasparente, continuo…vorrei una app installata nelle loro cellule in grado di rilevare come il lavoro costituisca la preoccupazione costante delle loro vite. Si auspico una app che rilevi come questo lavoro con la sua portata emotiva entri in ogni angolo senza angoli della testa..vorrei che fosse valutata la capacità dei docenti di creare un clima armonioso in luoghi che somigliano sempre più a carceri (col covid non ne parliamo), una app che individui e renda merito alle capacità dei docenti di riconoscere il merito ai migliori senza suscitare l’invidia e calpestare l’autostima di chi resta un po’ indietro…la bravura nel dirimere cento questioni al giorno riguardanti dinamiche relazionali (soprattutto col tempo pieno per ovvi motivi) …affrontare ferite, vuoti e carenze che gli alunni portano a scuola insieme a penne e quaderni…cosa che gli psicologi fanno comodamente seduti sulle loro poltrone pagati 100 euro alla volta. Vorrei che fosse valutato l’esercito di docenti senza figli che hanno curato i figli degli altri, come se fossero propri.

Si potrebbe pensare che auspico questa valutazione perché credo in una scuola “tutta affetto, sentimento e volemoce bene”…no! Per niente. Fuori dal panorama delle capacità personali descritte tutto il resto è semplicemente cronaca, è informazione, non formazione, e basterebbe una passeggiata in classe della vecchia figura dell’ispettore per definire contorni e consistenza. Troppo semplice essere valutati per questo. Mi riferisco, invece, alla dimensione artistica, umana, interiore, lirica, poetica, sublime e pertanto, squisitamente EMOTIVA che purtroppo nessuno può valutare!

*Elena Tortorelli 

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