Il sindaco Mastella presenta al Teatro Brancaccio il nuovo progetto politico ‘Noi di centro’

SAREMO DECISIVI PER IL FUTURO DELL’ITALIA di ennio silvano varchetta

Il sindaco di Benevento, l’inossidabile Clemente Mastella, ritorna sulla scena politica nazionale tenendo a battesimo il suo nuovo progetto. La sede scelta, il Teatro Brancaccio di Roma per ‘Noi di centro‘ con vecchie e nuove presenze accorse, sabato 4 dicembre u.s., un po’ da ogni dove. E per entrare nella sala dove si è svolta l’assemblea costituente della nuova compagine centrista bisogna attraversare i suggestivi allestimenti cartonati, per le scene dello spettacolo Disney, ma l’ingresso trionfale nelle luci e nei colori è stato casuale. Ed è da Ceppaloni, non da Disneyland, che parte l’appello all’unità delle forze centriste d’Italia. Quando Mastella arriva nello storico teatro di Via Merulana la sala è già gremita. Grazie anche alle famose “truppe mastellate” – come scherzosamente riconoscerà lo stesso Mastella nel suo intervento – partite di buon mattino dalla Campania per assistere ai primi vagiti del neonato partito centrista. Qua e là si vedono bandiere dove campeggia il simbolo di ‘Noi di centro‘: cerchio bianco con bordo azzurro, attraversato da una striscia tricolore; dentro c’è anche il nome del leader, scritta bianca su sfondo rosso.

Accompagnato da sua moglie, la senatrice Sandra Lonardo, già Presidente del Consiglio Regionale della Campania, il sindaco di Benevento mette subito in chiaro che non intende resuscitare la Democrazia Cristiana:La Dc è irripetibile, la sua storia, il suo modo di essere. Io voglio solo fare una cosa diversa: aggregare a partire da un’area di centro, che esiste“. E poi “I democristiani non sono mai morti“, ironizza l’ex ministro della Giustizia. Che guarda anche a Matteo Renzi per rafforzare un’area quotata “tra il 10 e il 12%”: “Il mio invito è rivolto a tutti. La mia idea è quella di una Margherita 2.0: quelli che sono al centro devono mettersi assieme“. Tutti eccetto il leader di Azione Carlo Calenda, al quale Mastella riserva diverse frecciate: “E’ un personaggio stravagante. Io sono michelangiolesco, lui tolemaico: pensa a se stesso, non so dove andrà a finire. Soffre questo complesso psicologico di inferiorità rispetto a me. Mi dispiace ma io vado avanti a prescindere da lui”.

Nella sala del Brancaccio ci sono vecchie e nuove figure del mondo filocentrista. Dall’ex ministro Dc Francesco D’Onofrio all’esponente di Coraggio Italia Gaetano Quagliariello, passando per l’ex sottosegretario Pino Galati e per l’attuale vicepresidente della Camera Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, col quale Mastella si intrattiene amichevolmente prima di salire sul palco. Dalla sala del teatro romano l’ex guardasigilli lancia il “patto del Brancaccio“: “Bisogna creare un’area centrale che si allea e progetta, lo dico a Quagliariello e Rosato: facciamo un’alleanza al centro, moderata, cattolica e riformista che è necessaria per il Paese“. Usa parole forti, Mastella, quando parla dei rapporti tra politica e magistratura, ripercorrendo anche le inchieste giudiziarie che lo hanno interessato quando era ministro: “Viste le mie vicende, capisco anche le vicende di Renzi. Bisogna che la politica recuperi con la giustizia e viceversa. La magistratura ha il dovere di rispettare il mondo politico, non deve andare al di là”. “C’è un cancro, che non è la magistratura in quanto tale, che rispettiamo. Ma bisogna fare qualcosa“, prosegue, invocando un intervento del Parlamento. Poi l’ex leader dell’Udeur dispensa consigli al Pd: “Non vince un’elezione dal 2006. E’ costretto a rincorrere questi dei 5 Stelle… ma così non va da nessuna parte. A Letta e agli altri dico, rifate l’Ulivo“. Poi non risparmia stilettate al M5S: “Fico arrivava con il pullman, ora arriva con 10 pullman con la scorta: solo teatralità, la teatralità di Grillo che proprio qui si esibiva“. “Questo partito volevo chiamarlo ‘Meglio noi’, meglio noi che quelli di oggi.” Parlando di Quirinale, Mastella invita i partiti a “non tirare per la giacchetta Mattarella“, che “pare che non ci stia” a fare il bis. E avverte Berlusconi: “Attento, vogliono fregarti. I colloqui Meloni-Letta la dicono lunga, perché questi vogliono eleggere Draghi a tutti i costi, dopodiché si rischia di andare al voto“.

La palla ora passa alle altre forze di centro: accoglieranno l’appello di Mastella? Dal Ple arriva un primo sì.La chiamata fatta da Clemente Mastella ci trova favorevoli”, dichiara il presidente del Partito Liberale Europeo, Francesco Patamia; Gaetano Quagliariello di Coraggio Italia sposa il progetto di una “federazione” delle forze di centro, “ognuna con la propria tradizione e le proprie differenze“. Ma il senatore non vede di buon occhio i veti, come quello posto su Calenda. “Per quanto mi riguarda l’appello resta erga omnes. Poi, la politica viaggia sulle gambe degli uomini. Sono quelle che devono conquistare gli spazi politici, non ci sono rendite di posizione garantite, soprattutto per una cosa che parte“, spiega Quagliariello.
Mastella chiede compattezza a tutto il mondo di Centro, chiamando in causa anche i cattolici auspicando un maggiore interesse alle vicende del Paese nel suo insieme. “Ci vedremo nelle vostre realtà regionali per costituirci; una sede sarà a Roma, ma poi nasceranno le realtà periferiche. Andremo avanti con libertà e grande passione” ha concluso il sindaco.
La sfida è stata lanciata e così è iniziato il nuovo percorso del sempre grintoso leader sannita.

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