Il corsivo: un’abilità da non sottovalutare

di ENNIO S. VARCHETTA

La scrittura in corsivo se nel passato era ritenuta fondamentale, negli ultimi anni ha perso la sua preponderanza.

Si sta diffondendo molto lo stampatello: molti pensano che l’insegnamento della scrittura in corsivo non sia proprio necessaria e ritengono che sarebbe meglio puntare sullo stampatello e sul miglioramento dell’utilizzo della tastiera del computer.

Nonostante tutto, ci sono studi che confermano che l’insegnamento della scrittura in corsivo sia ancora molto importante e che la sua applicazione non dovrebbe essere assolutamente sottovalutata.

Ma vediamo sommariamente come si comportano i paesi esteri.

La scrittura in corsivo sta facendo il suo ritorno sui banchi di scuola in molti stati.

Da un paese all’altro il favore che incontra il corsivo è diverso.

Se in Francia è molto presente e si insegna fin dalla scuola dell’infanzia, in Messico si impara solo lo stampatello. Da noi viene di solito introdotto in prima elementare, ma con tempi diversi a seconda di scuole e insegnanti, e vengono esentati i bambini con certificazioni di disgrafia o di altri disturbi dell’apprendimento (legge 170/2010). Negli Stati Uniti, infine, dove nel 2009 era stato eliminato l’obbligo del corsivo per l’insegnamento a scuola, alcuni stati stanno tornando indietro e l’hanno di nuovo introdotto.

Leggendo su una conosciuta e attendibile pubblicazione, si scopre:

“Sull’utilità della scrittura a mano per lo sviluppo cognitivo non ci sono dubbi. Dal campo delle neuroscienze alla psicologia suggeriscono che l’uso della scrittura manuale abbia un valore in sé, diverso e indipendente dalla scrittura alla tastiera. Ci sarebbe una stretta relazione tra la mano che traccia i segni sulla carta e il cervello: si attiverebbero circuiti nervosi unici che nei bambini favorirebbero anche la lettura, la memorizzazione, la produzione delle parole. Secondo una ricerca, per esempio, gli alunni di 7, 9 e 11 anni che scrivevano a mano erano in grado di farlo più velocemente, utilizzando più parole e esprimendo più idee rispetto a quando lo facevano alla tastiera.

Gli studi portati avanti dalle neuroscienze dimostrano come il progressivo oblío della scrittura manuale ha delle conseguenze sul funzionamento del cervello umano. La penna, anche per il suo non poter essere cancellata, costringe il cervello ad operare scelte veloci dei vocaboli da utilizzare; allo stesso tempo è necessario prestare massima attenzione a scrivere bene tutte le lettere, a seguire le regole grammaticali, ecc..

Si è osservato che lo scrivere in corsivo o in stampatello comporta l’attivazione di aree cerebrali diverse. E, curiosamente, dopo un incidente o un ictus c’è chi mantiene la capacità di scrivere in corsivo e non in stampatello, o viceversa.

E se questo è vero per la scrittura a mano in generale, le idee sono concordi anche riguardo a una presunta utilità del corsivo rispetto allo stampatello: c’è qualche vantaggio, di tipo cognitivo? Qualche utilità pratica, per esempio la velocità?

Dal latino currere (che corre, che scorre) la scrittura in corsivo, che si impose nell’Italia del Rinascimento, è associata da sempre all’idea che consenta di risparmiare tempo nel redigere caratteri sulla carta. All’età di 6, 7, 8 anni l’insegnamento del corsivo favorisce quindi abilità motorie e celebrali che rimarrebbero “spente”. Secondo studi recenti, a partire da circa 9 anni, i bambini che scrivono in corsivo sembrano in grado di comporre testi più fluidi e migliori nell’ortografia, come se il fatto di legare le lettere nel tratto con la penna aiutasse anche la composizione delle parole e delle frasi.

Altre ricerche sostengono che il corsivo, che richiede la  coordinazione oculo manuale e lo sviluppo di capacità motorie fini potrebbe essere d’aiuto agli alunni dislessici.

Inoltre quando il bambino crea le lettere corsive di fatto sta preparando la scrittura, (in quanto memorizza la forma della lettera che sta toccando) e matura, contemporaneamente e gradualmente, la propria competenza per la lettura (perché vede la lettera, la riconosce e l’associa al suono).

Quindi, il bambino che tocca le lettere corsive sta “lavorando” contemporaneamente sia per la lettura che per la scrittura.

Dunque un’abilità multipla e fondamentale.

Invece, il bambino che tocca le lettere in stampatello maiuscolo dovrà, in un secondo tempo, sforzare la mano per acquisire un segno tondeggiante, mentre avrebbe la possibilità di preparare la sua mano ad una bella grafia mentre tocca le lettere senza neanche accorgersene.

La scrittura corsiva richiede, dunque, una maggiore abilità della scrittura al pc. Coinvolge i muscoli della mano in una maniera più ampia e contemporaneamente attiva una parte del cervello che la scrittura al pc non coinvolge.

In ogni caso non dimentichiamo la validità dell’utilizzo della tastiera, indispensabile nel futuro dei nostri bambini/ragazzi: importante anche perché la scrittura con entrambe le mani è una sorta di allenamento per il cervello.

Inoltre, quando agli studenti viene insegnata la propria lingua madre in una sola forma, imparano solo un metodo di memorizzazione, limitando le proprie capacità cerebrali.

Dovendo imparare bene anche il corsivo, gli studenti hanno un’altra opportunità di comprendere pienamente l’alfabeto. Arrivano ad una comprensione più “tonda” di come le lettere formano le parole.

Avendo dimestichezza con il corsivo garantirà agli studenti la capacità di firma su documenti legali, dove non può apparire stampata essendo una prova di identificazione riconosciuta dalla legge.

Scrivere in corsivo è sinonimo di personalità: molte lingue non hanno il corsivo e le persone sono omologate nello stampatello; conoscere questo stile di grafia è importante perché è personale, ogni corsivo è diverso l’uno dall’altro, la sinuosità delle curve e la spigolosità dei trattini distingue le personalità.

E facendo un passo indietro, connette gli studenti all’amore per il passato: senza essere capaci di leggere la scrittura corsiva, sarebbero esclusi da molte opportunità di leggere importanti documenti storici nella loro veste originale.

La scrittura corsiva ha una ricca storia. I primi a scrivere in corsivo furono gli antichi romani, che utilizzavano una forma di scrittura corsiva chiamata “scriptura continua” per garantire velocità ed efficienza. Nel corso dei secoli, la scrittura a mano si è evoluta ed è cambiata, e ogni epoca ha avuto il suo stile caratteristico. Tuttavia, nonostante questi cambiamenti, una cosa è rimasta costante: la scrittura corsiva è una pratica che affascina, amplia ed affina conoscenze ed abilità.

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