“Giuseppe De Donno avrebbe salvato tante vite se lo avessero lasciato lavorare”

Le parole dure di Red Ronnie sull'emarginazione subita dal Prof. Giuseppe De Donno

“Ha salvato tante persone che se fossero state intubate sarebbero morte. Lui ha usato il plasma dei donatori guariti dal Covid-19: una vita salvata con 80€, il costo di una sacca.” Sono queste le parole con cui Red Ronnie, in una diretta dai toni duri e determinati, dà la struggente notizia della morte suicida del prof. Giuseppe De Donno, direttore della struttura complessa di pneumologia e unità di terapia intensiva respiratoria dell’Ospedale POMA di Mantova. “Una vita oltre il cielo. Prima osannato in tutte le TV, poi demolito in una diretta condotta da Bruno Vespa, durante la trasmissione PORTA A PORTA. Poi fatto sparire dai radar”. La storia di Giuseppe De Donno è la storia di un uomo buono, un missionario, che aveva come solo scopo quello di salvare vite. Emarginato, si era dimesso da primario ed aveva iniziato a svolgere l’attività di medico di base. La credibilità e l’umanità di Giuseppe De Donno sopravviveranno alla sua morte ingiusta. Nella sua audizione al senato (clicca qui – dal min. 54 intervento del Prof. De Donno) aveva denunciato con decisione la disinformazione che non consentiva ad una terapia “geniale”, nata in team con l’ospedale di Pavia, di essere conosciuta e di decollare. “Un trattamento democratico che parte dal popolo e torna al popolo – così definisce lui stesso la cura del plasma – Una solidarietà del guarito verso il malato“. Il Blog di Giò nel novembre del 2020 aveva lanciato una petizione (clicca qui per leggere l’articolo). Si invitavano i cittadini, in particolare quelli guariti dal Covid 19, a firmare la petizione affinché la Direzione Generale dell’Asl Napoli 2 Nord, attivasse le procedure per realizzare lo studio sperimentale. In data 24 novembre 2020, ben 879 firme furono inviate tramite PEC alla direzione Sanitaria dell’Asl Na 2 nord e alla Conferenza dei Sindaci. Nella missiva il presidente dell’Osservatorio per la Tutela dell’Ambiente e della salute, Ciro Di Francia, chiedeva di conoscere e condividere la posizione della Direzione Sanitaria e della Conferenza dei Sindaci dell’Asl NA 2 Nord sulle problematiche relative alla cura sperimentale. Il direttore sanitario dell’Asl Na 2 nord, Monica Vanni, nell’esprimere gradimento per l’iniziativa volta a “affrontare l’emergenza epocale segnata dall’epidemia da Covid 19″, si impegnava “ad indagare su tutte le strategie adeguate per offrire il maggiore beneficio per il benessere e la salute dei cittadini”. Il direttore sanitario, inoltre, dichiarava in tale sede che l’Asl, tramite i propri esperti, stava valutando di aderire al protocollo dello studio TSUNAMI AIFA ISS e che nei mesi successivi ci avrebbe informati in merito all’evoluzione di tale decisione. Nessun contatto è più avvenuto. L’epilogo drammatico di ieri pretende di essere chiarito da quanti hanno isolato ed emarginato uno scienziato che avrebbe potuto solo favorire lo studio della malattia che, al momento, viene combattuta con la sola arma dei vaccini.

 

 

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