Ogni anno nelle scuole di ogni ordine e grado vengono organizzate le giornate della Legalità. In occasione della data commemorativa che cade il 21 marzo ed è in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie, si preparano eventi e lezioni per una sensibilizzazione ad ampio raggio che dura un giorno o si sviluppa, in diverse occasioni, in una intera settimana.
Spesso si parte dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, legate dalla medesima, orrenda strategia criminale, dove morirono rispettivamente i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro scorte, che rappresentano un po’ il simbolo degli argomenti legati alla legalità. Il sacrificio di Falcone e Borsellino, delle loro scorte, e di tutti gli uomini morti per mano della mafia è divenuto motore di una riscossa di civiltà, il loro esempio di magistrati, di uomini delle istituzioni, è stato determinante per aprire un dialogo nella società, nelle scuole e soprattutto nell’educazione dei giovani. Ecco che gli eventi, le cerimonie, a volte più semplici, altre più articolate, hanno tutte una carica di significato per rappresentare nei giovani e in tutta la società un esempio concreto per l’affermazione di quei valori fondamentali della legalità che significa assunzione di responsabilità, rispetto tra le persone e delle regole comunitarie. E allora forze dell’ordine, magistrati, esperti, docenti, psicologi si alternano in lezioni e momenti commemorativi e di approfondimento dove agli alunni viene chiesto di assistere, studiare ma soprattutto di soffermarsi e prendere coscienza del valore sacrosanto del rispetto di se stessi e degli altri.
È importante soprattutto per le giovani generazioni perché ci ricorda con forza il valore della legalità. Si tratta di una legalità costruita da uomini in carne ed ossa che, in nome di essa, hanno sacrificato la propria vita e per questo motivo sono dei modelli di quella giustizia che non si arrende di fronte alla violenza, al ricatto, alla minaccia. Negli anni bui in cui il nostro Paese ha vissuto l’attacco feroce di una criminalità votata alla conquista del potere e della ricchezza attraverso ogni tipo di affare illecito, grandi uomini e donne superlative non hanno chinato il capo e hanno continuato a difendere quei valori di libertà e giustizia che devono scuotere anche i giovani di oggi. Per farlo è necessario che vi sia uno spazio in cui permettere a bambini e ragazzi di riflettere su ciò che accadde in passato, ma anche su quanto avviene ogni giorno, al Sud come al Nord, perché la mafia, le mafie, purtroppo non sono scomparse, hanno solo mutato forma.
La scuola, come comunità educante, può trovare gli spazi e i tempi per parlarne anche quando gli studenti sono piccoli e frequentano la scuola primaria. I bambini hanno imparato da tempo che esistono i buoni e i cattivi. Passando per i ragazzi più grandi fino a giungere alle Superiori dove si ha maggiore consapevolezza. Hanno ascoltato decine di storie nelle quali il Bene combatte contro il Male. Quella della lotta contro la mafia altro non è che una storia vera dove giudici, agenti delle Forze dell’Ordine, giornalisti, politici, sacerdoti hanno sacrificato se stessi per impedire alla criminalità di vincere.
Malgrado ciò non sono degli eroi con i super poteri. Sono esseri umani, dalla assoluta normalità, che hanno riso, pianto, amato, sofferto… Hanno avuto paura per se stessi e per i loro familiari. Hanno stretto i pugni e, malgrado tutto, sono andati avanti dimostrando che per combattere il male ci vuole coraggio e serve l’aiuto di tutti.
E allora ben vengano queste iniziative: bisogna credere nei giovani nella loro forza, nella loro limpidezza, nella loro coscienza. Credere nei giovani perché forse sono migliori degli uomini maturi, perché cominciano a sentire stimoli morali più alti e drammaticamente veri. E in ogni caso sono i giovani che dovranno prendere domani in pugno le sorti della società, ed è quindi giusto che abbiano le idee chiare. Non facciamoci confondere da un’immagine convenzionale dei giovani di oggi spesso descritti dai media come apatici, annoiati, impermeabili… Agitiamo le loro coscienze. Accendiamo l’indignazione. Solleviamo le loro teste facendo vibrare in loro il desiderio di giustizia. Offriamo esempi concreti di storie di uomini e donne che hanno combattuto per il Bene. Mettiamo le basi per un futuro nel quale la libertà non sia confusa con il raggiungimento egoistico dei propri interessi, ma rappresenti il più alto ideale di rispetto della legalità e della giustizia. Ciò non perché ci venga chiesto ma perché ci crediamo profondamente.
Nel giorno della memoria il ricordo di tante forme di discriminazione