Nuovo DPCM: servono risposte urgenti a delicati quesiti

I dubbi dei cittadini sulle contraddizioni degli scienziati

E’ stato emanato oggi il DPCM con nuove restrizioni a causa del costante incremento del numero delle persone contagiate sul territorio nazionale. Resterà in vigore fino al 13 novembre. Le novità più significative riguardano la raccomandazione di indossare la mascherina anche in casa in presenza di persone non  conviventi; la sospensione di feste al chiuso e all’aperto nonché le attività in sala da ballo e discoteche; la partecipazione alle cerimonie limitata al massimo a 30 invitati; la chiusura alle ore 24 per le varie attività di ristorazione; la sospensione di viaggi di istruzione e visite guidate; il divieto di sport amatoriali da contatto; il limite del 15% della capienza per attività sportive professionali; il limite per spettacoli di cinema e teatro di 1000 persone all’aperto e 200 al chiuso.

Inoltre con Decreto del Ministero della Salute del 12 ottobre sono state introdotte alcune novità per il periodo di quarantena, ridotto a 10 giorni e con  un solo test negativo antigenico o molecolare.

Si registra, però, una mancanza di risposte alle delicate  problematiche che sono state sollevate dai Proff. Antonio Giordano e  Giulio Tarro , nonchè dal ricercatore Stefano Donzelli che vorremmo porre all’attenzione degli scienziati consulenti del Governo.

Nell’intervista esclusiva che il prof. Antonio Giordano, napoletano, fondatore e direttore dell’Istituto di ricerca “Sbarro” di Philadelfia, ha rilasciato al Blog di Giò, viene messa in risalto la correlazione tra inquinamento ambientale e diffusione delle malattie , e non solamente riferite al Covid-19, per cui si richiedono urgenti provvedimenti. Nel contempo il Prof. Giordano  ha sottolineato l’importanza del potenziamento della medicina territoriale sia attraverso iniziative di prevenzione e sia per  i primi interventi di cura per i soggetti contagiati, onde evitare  complicazioni e ricoveri nei reparti di terapia intensiva.

D’altra parte il prof. Giulio Tarro, noto virologo napoletano, allievo di Sabin, in una intervista ad Americo Mascarucci de “Lo speciale“, ha sollevato una rilevante questione sulla validità dei tamponi,  risultati utili solo nella fase critica, e sulla necessità di ricorrere ai test sierologici per accertare se il soggetto contagiato ha sviluppato anticorpi nel sangue. Il Prof. Tarro ha aggiunto che “se il soggetto positivo è munito di anticorpi non è infetto. Perché, pur risultato positivo al tampone, possiede acido nucleico inattivo al virus. Ecco perché il tampone non è affidabile”. Ed ha concluso che pur non essendo contrario al vaccino, è molto cauto in quanto “ci possono essere pericolose correlazioni ed interferenze tra vaccino antinfluenzale e Covid che devono essere approfondite”.

Sarebbe utile, infine, smentire le affermazioni del ricercatore Stefano Scoglio, il quale sostiene che “l’uso delle mascherine anche all’aperto è inutile in quanto la trama di quelle  più comuni non sono sufficienti a bloccare il virus”.

Se non si farà chiarezza su tali quesiti crescerà la sfiducia nei cittadini e si potrebbero registrare anche danni di natura psichica, soprattutto nei soggetti più fragili.

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