Il senso dell’uscita didattica lunga

L'Isis Rita Levi Montalcini di Quarto in visita alle bellezze del Cilento

Si è svolto dal 20 al 22 maggio il Viaggio d’istruzione delle Seconde classi dell’Isis Rita Levi Montalcini di Quarto.

Una tre giorni appassionante in alcune zone suggestive del Cilento. Oasi Fiume Alento, Paestum, Agropoli, Santa Maria di Castellabate hanno fatto da cornice ad oltre duecento studenti del liceo flegreo.

I docenti accompagnatori e le classi coinvolte: (Seconde degli indirizzi: Liceo scientifico; Liceo Scienze Applicate; Liceo Scienze Umane; Amministrazione-Finanza-
Marketing).
Maria Miglionico
Ennio Silvano Varchetta
Palmina Di Nardo
Salvatore Amelio
Michele Carannante
Assunta Fusco
Pasquale Vespa
Cosimo Orlandino
Alberto Nasti
Giuseppina De Rosa
Giulia Cecere
Giulia Cozzolino
Gianluigi Mandara

2^ A (Liceo scientifico)
2^ B (Liceo scientifico)
2^ A sa (L.s. Scienze Applicate)
2^ B sa (L.s. Scienze Applicate)
2^ C sa (L.s. Scienze Applicate)
2^ D sa (L.s. Scienze Applicate)
2^ A su (L.s. Scienze Umane)
2^ B su (L.s. Scienze Umane)
2^ A AFM (Amministrazione-Finanza-
Marketing)
2^ B AFM (Amministrazione-Finanza-
Marketing)
2^ C AFM (Amministrazione-Finanza-
Marketing)

I siti visitati

•L’Oasi Fiume Alento si trova a Prignano Cilento e si estende su un’area di circa 3.024 ettari dove è presente una diga che crea un lago artificiale di 1,7 kmq. Lungo la sponda del lago si sviluppa l’oasi naturalistica volta a salvaguardare la biodiversità locale conservando l’habitat naturale di flora e fauna. L’oasi è un grande parco verde con fontane e ruscelli, un’area giochi, sentieri attrezzati per brevi passeggiate e un percorso escursionistico con punti di osservazione per l’avifauna (birdwatching).

•Paestum, antica città della Campania situata presso il litorale tirrenico, a sud di Salerno: fu uno dei centri principali della Magna Grecia. Le tracce più antiche di insediamento umano nel sito risalgono al Paleolitico. Intorno al 600 a.C., coloni greci provenienti da Sibari vi fondarono una città, cui diedero il nome di Posidonia, ed edificarono il grande santuario di Era, poco a nord, presso la foce del fiume Sele. Alla fine del V secolo a.C. Paestum fu conquistata dai Lucani, sotto i quali visse un periodo di prosperità e raggiunse la massima espansione territoriale; nel 273 a.C. i Romani vi stabilirono una propria colonia, cambiando il nome della città con quello attuale.

In età imperiale Paestum iniziò una lunga e progressiva decadenza, fino al definitivo abbandono, nell’VIII secolo, a causa dell’impaludamento della zona.
La città è stata solo parzialmente riportata alla luce attraverso gli scavi archeologici. Delimitata da imponenti mura (V-III secolo a.C.), esibisce gli edifici principali: a nord si trova il tempio di Atena del 500 ca. a.C. Al centro si estende l’area pubblica, di due epoche distinte. A sud era situato il grande santuario urbano di Era, con due magnifici templi dedicati alla dea, la cosiddetta “Basilica” e quello chiamato “di Nettuno”, che insieme a quello di Atena, costituiscono un complesso eccezionale, anche per l’ottimo stato di conservazione e sono fra i più alti esempi dell’ordine dorico in Occidente. L’intera area archeologica della città è patrimonio dell’UNESCO.

Il Museo archeologico nazionale di Paestum, fondato nel 1952, ha sede in un moderno complesso eretto nei pressi della città antica. Articolato in varie sale accoglie reperti datati VII secolo a.C.: vi si trovano preziose testimonianze della vita quotidiana e dell’attività artistica e artigianale della città greca e poi della colonia latina. Tra i pezzi più importanti spiccano le citate sculture del Tesoro del santuario di Era: la raffinatezza dell’esecuzione e la complessità del programma iconografico ne fanno una delle più importanti testimonianze della scultura della Magna Grecia (560 a.C.). Notevoli sono anche le lastre dipinte della cosiddetta Tomba del Tuffatore e diversi frammenti di pitture funerarie.

•Agropoli, tra le colline e il mare, la rende un luogo affascinante da esplorare, con la possibilità di apprezzare sia la bellezza naturale che la ricchezza storica del territorio. Borgo caratteristico con vista mozzafiato sul golfo. “Città posta in alto”: è questo il significato di Agropoli e, infatti, il nome deriva dalla sua posizione di preminenza, arroccata com’è sul promontorio con le pareti delle case tagliate a picco sul mare, su cui svetta l’antico
Castello Angioino-Aragonese che, durante il medioevo, costituiva il fulcro di difesa.

•Santa Maria di Castellabate (” ‘A Marina ” in dialetto cilentano) è la maggiore frazione del comune di Castellabate, in provincia di Salerno, ed è la sua sede comunale. È sede dell’area marina protetta. La storia del paese ripercorre marcatamente le vicende che hanno riguardato Castellabate, in quanto il territorio era alle strette dipendenze degli amministratori del Castello dell’Abate.

La zona di Santa Maria, anche prima della fondazione di Castellabate, era dedita esclusivamente ai traffici commerciali, che riguardavano le merci (paglia e farina).
Santa Maria è una frazione che si estende quasi prevalentemente lungo il mare, con una costa molto variegata e frastagliata, dove si alternano marine di scogli, baie, calette naturali e spiagge ampie e dorate.

L’esperienza del Viaggio d’istruzione così come auspicabile, si è rivelata di grande arricchimento. I ragazzi hanno dimostrato interesse e viva partecipazione. Il loro senso di responsabilità e la socializzazione sono emersi in ogni momento del viaggio, dagli spostamenti in pullman, ai luoghi visitati, alla permanenza in hotel. Fra di loro è aumentato il senso di amicizia e con gli adulti di riferimento si sono stabiliti rapporti più saldi e imperniati su reciproca fiducia.
Un ringraziamento doveroso alla Dirigente Scolastica Giuseppina Nugnes per il supporto, l’organizzazione e gli affettuosi importanti incoraggiamenti.

Grazie allo Staff di presidenza, agli uffici di Segreteria, alla Commissione Viaggi (proff. Orlandino, Vespa, Gagliotti) e ai docenti accompagnatori; grazie alla prof.ssa De Vivo e al prof. Gianfrancesco, la cui costante presenza e il fattivo contributo hanno permesso che il tutto si svolgesse con efficienza e serenità; grazie anche e soprattutto agli studenti e alle loro famiglie che ripongono in noi e nella scuola fiducia, lealtà, collaborazione, comprensione.

Essere parte di una comunità scolastica dedicata e coinvolgente è sicuramente per noi motivo di orgoglio e il viaggio appena concluso possiamo ritenerlo un successo significativo.

L’educazione al viaggio, alla diversità e alla scoperta sono elementi fondamentali per costruire dei percorsi educativi che dal banco di scuola si trasferiscono nel mondo reale, rendendo concreto ciò che si è studiato sui libri. I docenti rappresentano l’anello di congiunzione che permette agli studenti, di rendere consapevole e produttiva quest’esperienza.

Il viaggio, infatti, è parte integrante dell’attività didattica e, come tale, richiede una lunga preparazione. Solo così sarà possibile far gustare pienamente l’attivita’ ai discenti rendendogliela indimenticabile. E, credo, molti adulti conservino il bel ricordo di un viaggio indimenticabile con la propria classe. Certo, qualcuno ricorda anche i problemi, gli inconvenienti subìti, ma in ogni caso ricorda l’esperienza.

Il suggerimento?
Prima del viaggio, parlare molto alla classe, presentare arte, storia, geografia e cultura del posto da visitare. Solo così, stimolando la classe, si ottiene una vivace partecipazione di tutti, in corso di viaggio.
Quando l’anno scolastico sta per concludersi, arriva il momento della valutazione degli studenti. Anche l’andamento dei viaggi didattici può costituire un momento d’utile riflessione per i docenti. La scuola è un luogo educativo d’apprendimento, e il viaggio agisce in sinergia con tutti gli altri stimoli didattici dell’anno scolastico.

Progettando viaggi, si concretizzano interventi finalizzati a far apprendere agli studenti quadri concettuali, a far conoscere codici, regole e tecniche d’indagine della realtà. Le finalità generali del viaggio didattico sono anche quelle di favorire la formazione della personalità, rendere gli studenti capaci di orientarsi e di agire nella complessità delle diverse realtà, e in questo il viaggio è un ottimo terreno di confronto.
Non di rado, il giudizio dei docenti su qualche studente può radicalmente modificarsi, dopo un viaggio insieme, condividendo l’esperienza in un diverso ambiente dall’aula. Tra gli alunni nascono amicizie profonde, oppure vengono a galla problemi di socializzazione che potranno in seguito essere meglio affrontati e risolti. La valutazione finale dei docenti accompagnatori è in grado di documentare i processi di maturazione personale dello studente che nel viaggio “di gruppo” acquisisce autocontrollo, impegno, migliora i rapporti interpersonali e di comunicazione, acquisisce nuove modalità d’apprendimento, di relazione e partecipazione. In tale senso, il viaggio può anche favorire un aumento di “protagonismo giovanile”, grazie alla manifestazione e scoperta di attitudini particolari e personali. Non è raro “scoprire” talento musicale, artistico o letterario in qualche studente, o coglierne le reali capacità di leadership nel gruppo.
In conclusione tra le difficoltà organizzative da un lato e le aspettative di ragazzi e famiglie dall’altro, è necessario riscoprire il senso pedagogico e didattico dei viaggi d’istruzione. Essi sono uno strumento nato per arricchire la didattica, attraverso una varietà di stimoli e una discontinuità nelle routine scolastiche che rendono questo tipo di attività altamente formativo sia sotto il profilo disciplinare sia sotto l’aspetto relazionale. Un momento assolutamente importante nella formazione dei giovani e un valido strumento nell’azione didattico-educativa con un conseguente positivo sviluppo delle dinamiche socio-affettive.

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