È apparsa emozionata e grata per l’esperienza vissuta durante ciò che lei stessa ha definito “il suo ultimo film”, Sophia Loren (Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone), puteolana, classe 1934. Considerata una delle più grandi attrici della storia del cinema e inserita al ventunesimo posto tra le maggiori interpreti femminili di tutti i tempi, è stata premiata durante la cerimonia per il conferimento del David di Donatello come migliore attrice protagonista. “La vita davanti a sé” è l’ultimo capolavoro cinematografico dell’attrice, diretto dal figlio Edoardo Ponti, tratto dal romanzo di Romain Gary, adattato da Ugo Chiti.
Il film, ambientato a Bari, narra le vicende di una donna, sopravvissuta all’Olocausto, che nella propria casa ospita i figli di prostitute che non possono tenere i bambini con sé. Accoglie un ragazzino difficile, Momò (il bravissimo Ibrahima Gueye), di origini africane, che all’inizio le dà del filo da torcere ma in seguito tra i due si stabilisce un rapporto di intesa reciproca molto forte. “E’ un romanzo che ho sempre amato – spiega Ponti – raccontato dal punto di vista di un ragazzino migrante. Ciò che mi ha colpito, e che mi ha convinto della validità e attualità della storia, è che sono ancora in tanti a giudicare immigrati e profughi come cittadini non di prima classe: passano loro accanto, in strada, ma li separa un mondo. Questa storia parla di empatia, ovvero dell’abilità di vivere nella pelle di un altro, di sentirla, di sapere come quella persona si sente a vivere la sua vita”. “Il libro – continua il regista – e la trasposizione cinematografica, fanno sentire al pubblico che cosa significa essere un bambino immigrato, in un paese ospite, senza una famiglia. E il rapporto tra Madame Rosa e Momò è conseguenza di questo: tutto quello che li separa, colore della pelle, cultura, provenienza, religione, alla fine sono due lati della stessa medaglia. Sono entrambi dei sopravvissuti, cresciuti senza famiglia uniti dal dolore. Tutto il mondo, in questo momento, ha bisogno di unione e umanità”.
Lo scorso 26 aprile, inoltre, ha aperto a Firenze il “Sophia Loren Original Italian Food” dove si realizza un menu invidiabile, con i piatti di Gennaro Esposito, la pizza di Francesco Martucci e i dolci di Carmine Di Donna. Con cocktail bar e caffetteria. Si tratta del primo di una catena di ristoranti dedicati alla famosa attrice napoletana, con la pizza protagonista del menù. Il progetto nasce con il consenso e la collaborazione della Loren e con un piano di espansione in Italia e all’estero: Napoli e Milano ma pure Dubai e Miami, Hong Kong e Shanghai sarebbero le prossime tappe.
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