Chiuse le iscrizioni al nuovo anno: in Campania vincono i Licei, 6 su 10 li hanno scelti

Due le novità, il 4+2 e il Liceo Made in Italy - di ENNIO VARCHETTA

I Licei continuano a essere preferiti da oltre la metà delle studentesse e degli studenti campani per la scelta della Secondaria di II grado con il 55% di domande sul totale delle iscrizioni. Gli istituti Tecnici e i Professionali si posizionano decisamente sotto: i primi rilevano il 31% e i secondi il 13% circa delle iscrizioni. Questi i dati con cui si sono chiuse il 10 febbraio u.s. le iscrizioni online per l’anno scolastico 2024/2025. Sono dunque almeno 6 su 10 i ragazzi che hanno scelto il liceo per il prossimo anno scolastico.

Il MIM, Ministero dell’Istruzione e del Merito ha diffuso i dati delle scelte degli adolescenti: nella nostra regione, ancora una volta, vince il liceo, mentre in diverse regioni avanza l’istruzione tecnica. Eppure una lieve inversione di tendenza c’è stata: se un anno fa il liceo era l’obiettivo del 63 per cento dei ragazzi campani, adesso la percentuale è scesa (confermando una media nazionale del 55,6). Crescono, di misura, gli iscritti agli istituti tecnici, che superano appena il 26 per cento contro la media nazionale del 32. E invece supera l’andamento nazionale il numero dei ragazzi che sceglie il professionale. Sono dati ovviamente approssimativi che riflettono però la struttura sociale ed economica della regione, dove il liceo, quale che sia, resta l’obiettivo più gettonato dalle famiglie e dove la formazione tecnica arranca ad imporsi, anche perché qui il tessuto imprenditoriale e produttivo non offre prospettive certe. Dunque l’opzione prioritaria resta quella del liceo.

Cala l’appeal del Classico (che invece un anno fa aveva tenuto bene) e vince nettamente lo scientifico, cui si iscrivono 3 studenti su 10. In gran parte si sceglie quello tradizionale, ma si sta affermando sempre più quello delle Scienze applicate (che sacrifica lo studio del latino); gradito anche il Liceo ad indirizzo sportivo. E mentre i licei classici perdono quasi uno studente e mezzo ogni 10 (saranno il 6,4% l’anno prossimo, contro il 7,7 di quest’anno) un calo, seppur più contenuto, riguarda anche il liceo delle scienze umane, fermo al 10 per cento delle iscrizioni. E tra gli adolescenti che andranno alle Superiori si difende il liceo linguistico, che convince più dell’8,3 per cento dei 14enni. Resta fanalino di coda dell’istruzione liceale il liceo artistico (3,5 per cento) e il musicale e coreutico (1,6 per cento).

Due le novità: l’avvio della sperimentazione della filiera tecnico professionale “4+2”, con 1.670 iscrizioni, e i nuovi licei del “Made in Italy” con 375 iscrizioni. Il 4+2 ha registrato un interesse significativo da parte delle famiglie. Gli studenti da settembre potranno contare su un percorso e dei programmi fortemente innovativi e una maggiore sinergia con il mondo produttivo. Le scuole hanno presentato, alla luce del progetto nazionale, le loro candidature per la riduzione da 5 a 4 anni del percorso di studi, che consentirà l’accesso poi agli ITS (2 anni), in una filiera organica, ma anche all’università o direttamente al mondo del lavoro. Un percorso di studi svolto in base a un programma arricchito sul fronte del rafforzamento delle competenze di base e di quelle specialistiche, che vede in campo un maggior raccordo con il mondo dell’impresa, con la realtà territoriale e con gli stessi ITS che offriranno una formazione specialistica post diploma, parallela a quella universitaria. Dagli istituti è giunta una risposta importante e una buona voglia di innovazione. La nuova formazione tecnica e professionale, grazie all’alleanza tra scuola, territorio e impresa, potrebbe garantire ai nostri giovani una formazione di alto profilo e consentire di ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, offrendo maggiori opportunità di impiego e rendendo più competitivo il sistema produttivo.

Il percorso di 4 anni, sul modello di altri Paesi europei come Austria, Germania, Svizzera e Svezia, è stato pensato per garantire una solida preparazione nelle materie di base, andando a recuperare i gap registrati in italiano, matematica e inglese, e una maggiore preparazione in quelle specialistiche, utilizzando una notevole flessibilità didattica. Ci saranno programmi nuovi, non una compressione di quelli pensati per il quinquennio. L’organico dei docenti dei 5 anni sarà impegnato sull’offerta formativa dei 4 anni senza riduzione, promettono dal Ministero, a garanzia della qualità della formazione. Ci sarà più spazio per l’alternanza scuola-lavoro, per essere rapidamente inseriti in settori altamente qualificati, e una forte internazionalizzazione: si favorirà anche la ricerca.

Il percorso completamente nuovo invece e che ha fatto un po’ discutere, è quello del liceo del Made in Italy che ha l’obiettivo di formare studenti con conoscenze specifiche per la gestione d’impresa e le strategie di mercato. Si tratta di un nuovo indirizzo liceale, non di una opzione o una variante dell’attuale indirizzo socio-economico. L’attenzione sarà in particolare sulle imprese del Made in Italy con un percorso formativo concentrato sulle scienze economiche e giuridiche, competenze imprenditoriali, due lingue straniere e un rapporto stretto con le aziende e filiere produttive, oltre che alle discipline STEM: Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica.

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