In Italia é già arrivata la guerra

La guerra arriva in un Paese in ginocchio.  Già vigono in Italia regole assurde fatte di restrizioni che il resto il mondo ha eliminato. I turisti se ne guardano bene dal prenotare nel nostro Paese, tant’è che chiudono 11 strutture turistiche al giorno. Si preferiscono mete come la Grecia o la Spagna dove non c’è l’ombra del Green Pass. Ad aggravare ancora di più la crisi c’è la questione Ucraina: ieri Putin aveva dichiarato l’annessione alla Russia delle due repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, appartenenti alla regione del DONBASS (est dell’Ucraina). Esse, governate dai separatisti filorussi dal 2014, sostenuti dal punto di vista militare e finanziario da Mosca, si sono autoproclamate indipendenti e riconosciute come tali dal Cremlino. La guerra è già arrivata nelle nostre case attraverso l’aumento del costo dell’energia. Le bollette sono salite alle stelle e tutto si ripercuote a catena su ciò che acquistiamo, compresi i beni di prima necessità. Il GAS è il bene più importante su cui si fonda un Paese. Non serve solo per scaldarsi, ma sopratutto per produrre elettricità, elemento indispensabile per la catena produttiva. Le tensioni tra Russia e Ucraina hanno provocato l’inasprimento dei prezzi del GAS che l’Italia importa dall’estero. Il nostro Paese non ha una fonte energetica propria, diversamente da altri Paesi Esteri. Stiamo cercando di realizzare energie rinnovabili da circa un secolo, ma non siamo ancora in grado di sostituire il gas russo da cui dipendiamo per il 42%. Siamo dipendenti dall’estero anche per alcuni generi alimentari come il grano e le carni. Dov’è allora la crescita “propria” del nostro Paese? Usciamo dalla pandemia anche con la sanità in ginocchio. Lo Stato si affida per la gestione delle emergenze sanitarie a cooperative esterne che, spesso, non garantiscono la qualita’ del servizio. Le selezioni del personale sanitario sono, talvolta, inaffidabili e le realtà rischiano di essere pericolose per chi ha bisogno. Una donna di Milano è in coma da due anni dopo essere stata dimessa dal pronto soccorso. Il medico della cooperativa che la visitó, secondo quanto appurato dalla commissione di inchiesta, decise di dimetterla senza compiere degli esami che sarebbero risultati essenziali per una corretta diagnosi.

Oggi partono delle sanzioni contro Mosca messe a punto da Stati Uniti, Unione europea e altri Paesi che riguarderanno la capacità del governo e dello Stato russo di accedere a capitali, mercati finanziari e servizi dell’Ue. Esse hanno lo scopo di limitare il finanziamento delle politiche aggressive. Mosca, dal canto suo, “non è spaventata dalle sanzioni” – ha dichiarato il ministro degli Esteri russo. L’Italia cerca, nel frattempo, di correre ai ripari. L’obiettivo è quello di rendere il Paese più autosufficiente sul fronte energia, soprattutto nella attuale situazione di emergenza aggravata dalla crisi ucraina.

Fonte: FUORI DAL CORO

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