Il generale Vannacci e la questione della disabilità a scuola

Ricevo e pubblico da ENNIO SILVANO VARCHETTA*

Gentile Direttrice,

nei giorni e nelle settimane scorse ho letto le dichiarazioni del generale Roberto Vannacci in tema di disabilità. E tutte le polemiche che sono seguite, comprese quelle all’interno dei partiti politici. Il generale ha affermato in tema di disabilità scolastica che “gli alunni vanno divisi in base alle loro capacità…” Alla domanda – Vorrebbe separare gli studenti in base alla loro bravura? – Vannacci risponde «Credo che delle classi con “caratteristiche separate” aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare». (…) Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. La stessa cosa vale per la scuola. Chi ha un grave ritardo di apprendimento si sente più o meno discriminato in una classe dove tutti capiscono al volo? Non sono esperto di disabilità, ma sono convito che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita. O almeno, così è stata la mia vita».

Tanto è stato lo sconcerto e innumerevoli le critiche che ne sono scaturite.

Vorrei fare anch’io delle considerazioni. È appena il caso di osservare che, quando si parla di disabilità, sarebbe opportuno esprimersi sempre con riferimento a princípi di solidarietà e civiltà; il disabile, insieme alla sua famiglia, vive una quotidianità già estremamente difficile, sempre, in ogni minuto: con specifico riferimento all’attività scolastica, magari e in alcuni casi, le ore trascorse in classe possono risultare per lui meno gravose rispetto agli altri alunni, ma nella varietà degli apprendimenti è comunque impegnativo il carico di lavoro specialmente quando le cose da capire ed imparare risultano a lui complicate.
Certamente può trarre beneficio e conforto dallo stare insieme ai compagni, in una situazione di inclusione e non di emarginazione: il potersi confrontare e relazionare quotidianamente con tutti e in ogni attività scolastica, in aula e nei laboratori assicura allo studente in situazione di handicap integrazione e stimoli importanti.

Altro discorso è quello che concerne la necessità per le persone disabili di poter usufruire di uno specialistico supporto: proprio a tale ruolo sono addetti gli insegnanti di sostegno, i quali, vogliamo ricordarlo, dopo una laurea magistrale ed una specializzazione di due anni, uno o più concorsi, assistono i ragazzi diversamente abili nelle classi ordinarie. Questo in base alla legge n. 517/1977, che ha abolito le tristi classi differenziali ufficializzando l’ingresso nelle scuole di ogni ordine e grado del docente di Sostegno.

Poi c’è stata la legge successiva, la 104 del 5 febbraio 1992 che ha ulteriormente migliorato le cose. L’Italia per quanto concerne i diritti delle persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali non è seconda a nessun paese europeo. In tema di uguaglianza, essendo imminenti le elezioni europee, è bene ricordare – oltre all’art. 3 della nostra Costituzione (principi di “uguaglianza formale” ed “uguaglianza sostanziale” tra i cittadini) ed all’intero quadro delle leggi italiane – anche la puntuale e dettagliata normativa europea, ed in particolare: l’ art. 26 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, secondo cui “L’Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone con disabilità di beneficiare di misure intese a garantirne l’autonomia, l’inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità”; la ratifica da parte della Comunità europea, in data 23 dicembre 2010, della “Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità” il cui scopo è
quello di “promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità” (convenzione già precedentemente ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 24 febbraio 2009).

*(Docente di Sostegno presso il Liceo scientifico Levi Montalcini di Quarto (NA) e già coordinatore di attività e progettazioni didattiche di inclusione)

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