E’ stato pubblicato l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità in merito alle morti per Covid 19 e, secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte, solo il 2,9% dei decessi sarebbe dovuto al Covid 19. Il virus che ci tiene in pugno da circa 20 mesi avrebbe ucciso meno di una comune influenza. I numeri evidenziati dal rapporto fanno davvero riflettere, soprattutto con riferimento ai vaccinati: essi erano iperfragili, perlopiù anziani e pluripatologici.
Dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto, 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé. Tutti gli altri italiani che hanno perso la vita avevano da una a cinque malattie che secondo l’Iss dunque lasciavano già loro poca speranza. Il 67,7% avrebbe avuto più di tre malattie contemporanee, e il 18% almeno due insieme.
Il 65,8% degli Italiani deceduti dopo essere stati infettati dal Covid era malato di ipertensione arteriosa, e cioè aveva la pressione alta. Il 23,5% era anche demente, il 29,3% aggiungeva ai malanni un po’ di diabete, il 24,8% pure fibrillazione atriale. E non basta: il 17,4% aveva già i polmoni ammalati, il 16,3% aveva avuto un cancro negli ultimi 5 anni; il 15,7% soffriva di scompenso cardiaco, il 28% aveva una cardiopatia ischemica, più di uno ogni dieci era anche obeso, più di uno su dieci aveva avuto un ictus, e altri ancora sia pure in percentuale più ridotta aveva problemi gravi al fegato, dialisi e malattie auto-immuni.
FONTI: Fanpage – Il Tempo – TGCOM – Nicola Porro.it