Omicron, la nuova variante del covid venuta dal Sud Africa: l’intuizione del pericolo

Rubrica “Scienza e Salute” de “La Voce di NY” - di Antonio Giordano

E’ stata identificata in Sudafrica una nuova variante del virus Sars-CoV-2, denominata scientificamente B.1.1.529. Il Ministro della Sanità sudafricano, Joe Phaahla ha affermato che “sono ancora troppo pochi i dati disponibili e che secondo il National Institute of communicable Diseases (NICD) la presenza della variante è stata documentata col sequenziamento in 22 casi positivi. Essa è stata definita una potenziale “grave minaccia”, a causa delle numerose mutazioni della proteina Spike e dell’elevata trasmissibilità”.

La Comunità scientifica si è già attivata per cercare di completare in fretta l’identikit della B.1.1.529, per l’ipotetica capacità di “sfuggire” a molti degli anticorpi monoclonali noti. La nuova variante è finita sotto la lente dell’Oms che ha deciso di chiamarla Omicron, classificandola come “preoccupante”. E’ proprio  la capacità di eludere gli anticorpi e l’alta trasmissibilità a spingere la Commissione Ue, in coordinamento con gli stati membri, ad interrompere i voli dall’Africa meridionale, come affermato da Ursula von der Leyen, vietando l’ingresso a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini.

L’istituto Spallanzani ha costituito una task force per analizzare i dati e predisporre il sequenziamento dei ceppi ai fini della sorveglianza virologica. In Italia al momento questa variante non è presente. Il sottosegretario alla Salute Sileri raccomanda massima attenzione agli sviluppi europei.

A Bruxelles, una serie di riunioni sono state organizzate per far fronte a questa nuova minaccia e tenere a freno l’impennata del Covid. Secondo il National Institute for Communicable Diseases (NICD), l’Istituto di riferimento per le malattie infettive, attualmente non sono stati riportati sintomi insoliti nei positivi alla nuova variante B.1.1.529, oggetto di monitoraggio. Tuttavia alcuni restano asintomatici e questo rappresenta ovviamente un veicolo di trasmissibilità. L’elevata contagiosità e l’indebolimento dell’azione dei vaccini è al vaglio, e grazie all’intervento del Ministero degli Esteri, l’istituto Spallanzani, in contatto con l’ambasciatore italiano in Sudafrica, Paolo Cuculi, sta facilitando i rapporti con il NICD, organizzando una call internazionale per confrontarsi sulle misure da adottare.

Kirill Dmitriev, capo del Fondo russo per gli investimenti diretti, finanziatore del vaccino Sputnik V, ha rilasciato un comunicato in cui afferma che, per far fronte alla nuova emergenza, il vaccino russo Sputnik V può essere velocemente modificato per la nuova variante Omicron, se fosse “necessario”. Al momento non ci sono sufficienti  dati disponibili per poter  trarre conclusioni, in poco tempo: la diffusione sembra ancora essere limitata e non abbiamo prove certe circa l’elusività degli anticorpi, resta una intuizione, che qualora trovasse conferma, metterebbe in difficoltà la risposta anticorpale indotta dai vaccini esistenti.

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