Ex Sofer: movimenti in piazza contro la lottizzazione

Stamattina Flash mob per chiedere bonifica e messa in sicurezza dell’area

Ricevo e pubblico*
L’Ex Sofer, vastissima area situata in una posizione strategica, di rilevante interesse pubblico ed economico benché privata, è da tempo sottratta al godimento da parte dei cittadini essendo non solo preclusa al pubblico, ma anche altamente inquinata. Essa, infatti, è stata per più di cento anni oggetto di attività industriali sino alla dismissione della Sofer nel settembre 2003. Nonostante il Sindaco Figliolia all’epoca dichiarò “Se i suoli saranno messi in vendita eserciteremo il diritto di prelazione”, l’area viene acquistata dal privato Waterfront SPA che si impegna a riqualificarla nell’ambito del progetto di ridisegno della costa flegrea “masterplan generale”. Nel 2012 viene quindi presentato, ai sensi di quanto disposto dall’art. 32 del PRG, da WF un PUA, che è lo strumento con il quale si individua in maniera dettagliata lo sviluppo urbanistico dell’intera area e quindi gli interventi da realizzare. Il PUA ha ad oggetto un’area di (di cui 39.810 di proprietà del Demanio) nel quale erano previsti diversi interventi: oltre ad un’area in grado di soddisfare l’interesse economico dell’imprenditore, destinata ad attività professionali, terziarie, direzionali, commerciali, turistico-ricettive e di ricerca e sviluppo, erano previsti altresì interventi di ritorno al pubblico quali asilo nido con giardino, centro per lo studio e l’osservazione dell’archeologia subacquea, un musei, parcheggi pubblici a raso, parco archeologico e naturalistico in località Montenuovo ed il grande Parco Urbano Attrezzato nonché opere di urbanizzazione primaria, anche queste da realizzare, in via preliminare, a carico di WF e poi da cedere gratuitamente al Comune. Tra queste ultime era previsto che WF realizzasse l’intervento di raddoppio di via Fasano che verrà invece realizzato, con soldi pubblici pagando l’esproprio delle aree a WF spa, dalla società COPIN 2, di proprietà dello stesso AD della WF, concessionaria delle opere del Piano Intermodale dei Campi Flegrei.
Nel 2015 WF fa un passo indietro dichiarando che non vi erano più le condizioni di fattibilità economico-finanziaria per la realizzazione del PUA, nonché le condizioni imprenditoriali per la riqualificazione dell’area, soprattutto per le attività produttive ad alta tecnologia; così contraddicendo l’originaria idea progettuale, gli investitori richiedono l’autorizzazione ad inserire una consistente quota residenziale abitativa di trecento appartamenti. Tale istanza ha esito negativo dal momento che la richiesta è incompatibile con quanto previsto nel PRG e nel PTPCF.

Infatti l’art. 32 del PRG qualifica l’area come ZONA TERRITORIALE OMOGENEA D2- INDUSTRIALE DI RICONVERSIONE andando ad individuare le attività attuabili sull’area che sono tutte quelle complementari al parco scientifico e tecnologico Olivetti (Zona D3), quindi attività di ricerca di base e applicata, attività volte alle produzioni e ai servizi tecnologicamente avanzati, allo sviluppo delle imprese, alla formazione, alle attività didattiche anche universitarie, alla ricettività connessa, a mostre ed esposizioni di reperti archeologici, arte antica e di arti applicate contemporanee. Inoltre l’art. 15 del PTPCF classifica l’area come ART cioè Area di Ricerca Tecnologica e prevede che le aree rese disponibili dalla dismissione delle attività industriali devono essere sottoposte a recupero paesistico ambientale e destinate ad attività compatibili con il carattere e le vocazioni specifiche di ciascuna di esse nell’ambito del comprensorio dei Campi Flegrei. Per quanto riguarda la bonifica, lo stesso PUA prevedeva che prima di qualsiasi intervento fosse necessario bonificare l’intera area. Dal contratto di compravendita di WF del 17 dicembre 2007 risulta chiaro che questa è titolare degli oneri di bonifica dell’area acquistata; è infatti espressamente previsto nel testo contrattuale che: «la società acquirente si impegna ad assumere ogni rischio e responsabilità connessi alla situazione ambientale del complesso immobiliare ivi inclusi quelli relativi alla bonifica, manlevando il venditore da ogni onere e danno al riguardo»; (ciò è stato tenuto in considerazione anche ai fini della determinazione del prezzo di vendita).
WF, nel 2015, inizia il procedimento di bonifica presentando l’Analisi di Rischio dei Suoli dalla quale emerge la presenza di Metalli e Metalloidi, Idrocarburi, IPA. Tale analisi viene approvata dalla Regione Campania che nel corso del tempo richiede, insieme anche al Comune di Pozzuoli, alla società la continuazione della procedura con la presentazione del progetto di bonifica.
Situazione Attuale
Nel mese di Marzo di quest’anno, dopo quasi 10 anni di inattivazione del Piano Urbanistico Attuativo che interessa l’area, arriva il primo grande stravolgimento del progetto di riqualificazione. Con delibera n.19, Il Consiglio Comunale favorisce l’incontro tra WF e Prysmian, in quanto quest’ultima era intenzionata ad acquistare parte dell’area PUA per ampliare il proprio stabilimento con la dichiarata volontà di costruire un polo di ricerca e sviluppo tecnologico. Tale situazione trova quindi un concreto risvolto ad Ottobre, con la delibera di Giunta
Comunale n.252, che fa decadere di fatto il precedente P.U.A. e propone una nuova programmazione urbanistica per la riqualificazione dell’area. La delibera innanzitutto disarticola l’ex area P.U.A. in 5 sub-ambiti, uno di questi definisce una nuova area da regolamentare con un futuro P.U.A., includendo l’area demaniale ed una vasta porzione dell’area di proprietà WaterFront. Gli altri 4 sub-ambiti riguardano rispettivamente l’area di ampliamento della Prysmian, un centro per uffici e servizi di proprietà de “La Terza s.r.l.” (AD Cosenza), un parcheggio multipiano, e parcheggi a raso in prossimità della futura darsena traghetti, dunque ricadente in area demaniale. Da rilevare, al netto delle considerazioni politiche, che l’area di ampliamento della Prysmian è un’area di “riconversione industriale” che in quanto tale non dovrebbe essere oggetto di ritorno all’attività industriale secondo il P.R.G. vigente, ma solo ad attività di ricerca e sviluppo tecnologico. Dalla delibera è chiaro che il 49.9% di detto intervento è pensato per l’ampliamento della produzione industriale. Altra novità introdotta dalla delibera è lo strumento individuato per la realizzazione di ciascuno di questi 4 sub-ambiti cioè il “permesso a costruire convenzionato”, che è per definizione un intervento puntuale, in contrasto con il PRG.

Proposta
Il ridimensionamento dell’area P.U.A., insieme all’individuazione di strumenti urbanistici puntuali rappresenta un grande rischio: sancisce la possibilità infatti per il privato di andare a realizzare esclusivamente quegli interventi ritenuti economicamente vantaggiosi, rimandando a data da destinarsi, senza alcun tipo di garanzia, la riqualificazione dell’area PUA che ricomprende oltre alla bonifica della stragrande maggioranza dell’area ex Sofer, anche un ritorno alla collettività in termini di cessione di opere dal privato al pubblico.
Siamo dinanzi alla logica “la polpa e l’osso” avvallata dall’amministrazione pubblica: il privato raccoglie e massimizza andando a realizzare solo ciò che è rilevante per il suo interesse particolare, alla Città resta il degrado, il litorale negato, la privazione di spazi e risorse che spettano per legge.

COSA CHIEDIAMO?
È necessario quindi che si proceda PRIMA con la BONIFICA/messa in sicurezza dell’area e poi si può passare a discutere di cosa e come attraverso una PIANIFICAZIONE UNICA che interessi tutta l’area e che coinvolga tutti i cittadini. Difatti, benché proprietà privata, l’Ex Sofer, per la sua storia, per ciò che ha rappresentato, ma soprattutto per la sua ubicazione, rappresenta un’area di sicuro interesse pubblico e il suo futuro non può prescindere, come da indicazioni del vigente Piano Regolatore Comunale, da un coinvolgimento di amministrazioni pubbliche e comunità locale. È per questo che l’area deve essere considerata, come stesso la legge dispone, un unicum procedendo tramite una sua pianificazione unitaria che vincoli il privato alla riqualificazione dell’intera area, nella piena tutela prima di tutto della sicurezza e della salute della nostra Comunità.

PRIMA DI TUTTO LA SICUREZZA!
Industria da fine ‘800, l’area è chiaramente altamente contaminata; il sito è stato fonderia prima di iniziare lavorazioni con materiali pericolosi come l’amianto. Tale materiale, come ormai acclarato, è altamente volatile e dunque la sua presenza nociva andrebbe ricercata e individuata anche nell’aree limitrofe all’ex stabilimento. Per questo chiediamo a gran voce anche uno screening epidemiologico della popolazione residente. Inoltre, la natura stessa degli agenti inquinanti impone una valutazione sulle tecniche e modalità di bonifica/messa in sicurezza, che resta il PRIMO PASSO DA COMPIERE.

*Putecoli, Tuenda, Comitato Monachelle, Pozzuoli in Comune, Potere al Popolo e Pozzuoli Ora

Ultimi articoli pubblicati

Articoli Correlati