Un concittadino racconta il dramma della Bahia

Ricevo e pubblico le riflessioni di un nostro concittadino che vive da molti anni nel sud della Bahia (regione del Brasile)*
Che i cambiamenti climatici stiano mettendo a dura prova il nostro pianeta, in questi giorni è fin troppo evidente. Salta agli occhi di tutti la tragedia di alcuni stati degli U.S.A. che in poche ore hanno affrontato la furia di tornados e piogge torrenziali, con danni incalcolabili e numerose vite umane. Piú silensiosa, ma ugualmente intensa, è la tragedia delle popolazioni che abitano il Sud della Bahia. No, non è l’America che ci propinano i telegiornali… È l’america (occhio alla “a” minuscola), che sale alla ribalta solo quando ha belle ragazze da farci ammirare a Carnevale o storie squallide da rimarcare… Quell’america, o meglio, una parte di quell’america che è rapperesentata da una nazione relativamente giovane come il Brasile, è stata in questi giorni colpita da piogge torrenziali che ha messo in ginocchio una ventina di cittá, senza che qui in Europa se ne parli o si commenti la notizia. Eppure è una tragedia anche questa, fatta di acqua che ha ingrossato fiumi, divelto ponti e dighe, sommerso abitazioni ed interi quartieri. C’è anche questa america, ma non sale agli onori della cronaca. Se ne abbiamo notizia, è perché sottovoce ne parla chi ci vive, magari sono compaesani, oppure lontani parenti, ma i giornali nazionali tacciono. Dove mai si troveranno Eunápolis, Jucuruçú, Guaratinga, Canaviéras, Prado, Itamarajú, Anagé, Camacan , Ibicui, Itabela, Itapebí e qualche altro posto dal nome impronunciabile? Oggi, per ironia della (mala) sorte, oltre alla regione geografica (Sul da Bahia), convidono un’altra geolocalizzzazione: sott’acqua! E tranne l’interesse dei giornali locali, il resto del mondo ammutolisce. Ma si soffre, si prega e si bestemmia anche lí, eppure non fa notizia. Si muore…e fortunatamente si nasce pure: nonostante la tragedia dell’isolamento dal mondo, da case letteralmente spazzate via, mamme coraggiose ed indigenti, hanno ricevuto aiuti da gente responsabile e professionisti che guadando fiumi di fango (facendoselo arrivare anche fino al collo) hanno assistito e permesso parti davvero travagliati… Onore e solidarietá, dunque anche a questa america di serie “B”…. con la speranza che questo silenzio dei media, possa essere rotto dalle voci acute di è appena venuto al mondo… e non dal roboante casino del prossimo carnevale”.

Mario Morelli *

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