Aggiornamento del caso “Una vita per un parcheggio”

Sono state arrestate quattro persone per l’omicidio di Maurizio Cerrato, un commando punitivo che ha voluto rimarcare il proprio territorio dopo lo sgarro subito da una “ragazzina”, Maria Adriana, figlia della vittima. È prassi diffusa quella di appropriarsi di spazi pubblici in svariati quartieri, marciapiedi in primis, nell’omertoso silenzio dei vicini che preferiscono vivere tranquilli. Ma la responsabilità di tanta prepotenza è solo dei cittadini silenti? O di tante amministrazioni a cui sfugge il controllo del territorio? L’immagine di Google Maps del 2008 mostra che la consuetudine di “prenotare” il posto in via IV novembre con la sedia non è affatto recente!

Credo che la maggior parte delle persone abbia una percezione nitida e frammentaria di quello che ci sta accadendo intorno – afferma il sociologo Sergio Mantile – Purtroppo, è troppo doloroso mettere insieme i pezzi e guardare poi il quadro che ne risulta, perché intuiamo, più o meno oscuramente, quanto potrebbe spaventarci. E renderci impotenti ad operarvi un cambiamento qualsiasi. Eppure, sappiamo da decenni che le mafie non sono più né un fenomeno marginale e localmente delimitato, né che siano al rimorchio della politica ma che, in molti casi, invece la producono e determinano direttamente. 
Abbiamo la sensazione che l’intera politica nazionale sia come un’unica compagnia teatrale, che si divida tra il lato sinistro e il lato destro della scena, mentre l’azione vera si svolge dietro le quinte, da dove poi arrivano leggi, pene e punizioni per gli spettatori. Ma stentiamo ad accettare che siamo ormai in una semi democrazia, e che stiamo entrando sempre più velocemente in una dittatura vera e propria”.

La storia, e dunque anche questa storia, è già scritta: pene incerte, carceri non riabilitativi, reti territoriali assenti… a ciascuno il proprio “destino”. Quello della famiglia Cerrato purtroppo già definito per sempre.  

 

Ultimi articoli pubblicati

Articoli Correlati