Riabilitare, non punire: è lo scopo della detenzione. Quando si riapre quella porta il mondo deve essere pronto ad accogliere nuovamente chi ha perso se stesso. Accogliere chi, grazie al percorso carcerario e con l’aiuto di Dio, ha imparato a comprendere la centralità della propria persona e ha deciso di ridarsi una chance. Ecco la testimonianza di chi in carcere ha sofferto tanto il distacco dalla propria famiglia ed ora è pronto a ritornare nel mondo.
“Padre nostro, oggi ti preghiamo invitandoti ad entrare nei nostri cuori, nei cuori di queste tue donne. Fa’ che Tu possa rimanerci per sempre perché noi, con la nostra fede, Ti faremo sempre sentire a casa Tua. Ci sono armadi e ripostigli nelle nostre celle il cui accesso è vietato. Tu, invece Padre Santo, hai libero accesso agli angoli più nascosti del nostro cuore. Confidiamo nell’aiuto dello Spirito Santo affinché i nostri pensieri, desideri, azioni e parole non rattristino chi ci sta vicino, ma mettano a proprio agio chi ci ha amato e ha dato la vita per noi. Se abbiamo accolto Gesù come nostro Salvatore è giusto che le nostre sofferenze, le nostre esperienze, vengano a Te offerte. Che le nostre preghiere ci sottomettano ai tuoi giusti insegnamenti. Aiutaci e rieducaci ad una fede vera che ci conduca sulla via giusta, quella ormai persa. Fuori il mondo ci aspetta e prima o poi quel portone che ci separa da esso si aprirà. Tu aiutaci ad affrontare tutto questo in seno alla Tua immensa misericordia.”
Così sia.