Voci dal carcere: Anna si racconta – dodicesima parte

Anna propone il dodicesimo capitolo della sua storia. Mentre la vita scorre serena, gli eventi improvvisi ne cambiano il destino e la conducono verso un inesorabile epilogo. In fondo alla pagina è possibile leggere i capitoli precedenti.

“Dopo qualche giorno dall’intervista in ogni angolo della città mi imbattevo in edicole tappezzate di locandine con la mia foto e l’intervista. Oramai ero denominata “LADY MENSE”. Una mattina fui raggiunta da una telefonata della Procura della Repubblica ed invitata da un PM a recarmi presso il Tribunale di Viterbo. Fu uno scambio di domande, risposte ed idee su quello che stava avvenendo nella città sul capitolo delle mense. Dopo il primo articolo del noto giornale, la Procura aveva capito tutto sul gioco politico che si stava ripercuotendo sulla mia azienda.

Dopo aver raccontato episodi ed accadimenti, nonché mandati di pagamento bloccati relativi alle fatture emesse, fui redarguita sul futuro e sulla pericolosità dei fatti che avrebbero potuto portarmi fuori da quel lavoro del Centro Cottura.

Mi impegnai a procurare tutti i documenti che mi furono richiesti sulla gara d’appalto, sulle lamentele relative al cibo, e sui fax con le liste dei nominativi di persone da assumere. 

Con un appuntamento già prefissato con il PM, mi recai nuovamente da lui con il carteggio richiestomi ed in quella occasione fui informata che mi sarei dovuta sottoporre ad interrogatorio in presenza della squadra mobile che avrebbe provveduto a registrare le mie deposizioni. 

Oramai il debito che l’Ente aveva nei confronti dell’azienda era abbondantemente lievitato fino a determinare i primi problemi nei pagamenti. Fornitori e dipendenti venivano pagati con i soldi delle altre commesse campane, in attesa dell’erogazione di Viterbo.

La situazione crolló definitamente quando arrivò la rescissione del contratto per violazione di alcune clausole previste dal capitolato speciale d’appalto. Esse si riferivano alla qualità di alcune forniture e a episodi accaduti nelle scuole. 

SABOTAGGIO! Mi trovai dinanzi a un vero e proprio sabotaggio: non ci sono armi per combattere la Mafia Bianca. Se decide di distruggerti devi solo farti da parte perché combattere risulta essere solo uno spreco di energie e denaro, per poi comunque perdere. Tutto ciò l’ho imparato più tardi a mie spese e sulla mia pelle.

Era il 2007 quando arrivò la rescissione, tra la disperazione dei miei operai. Li riuscii a tutelare con il Contratto Nazionale Collettivo che prevedeva il passaggio ad altro cantiere per tutti coloro che avevano stipulato a tempo indeterminato.

Non volli trascorrere altro tempo in quel posto che mi aveva dato tante gioie e soddisfazioni, un territorio sul quale avevo investito tanti soldi e avevo avanti tanti anni ancora da pagare, in quanto l’ammortizzo era stato previsto per 5 anni e sul quale oggi tirava un’aria pesante. “Lady Mense” lasciava Viterbo, andava lontano dagli attacchi infondati e creati a dovere per distruggere tutto il lavoro e lasciate spazio ad un’altra azienda. Io avevo lavorato sodo, avevo erroneamente creduto di poter investire tanti soldi e alla fine ero stata costretta a fronteggiare tante perdite.

Arrivata a casa e raccolta nei miei pensieri e preoccupazioni, mi resi conto che si era chiuso un capitolo della mia vita lavorativa ed anche affettiva per le tante amicizie che avevo stretto sul territorio. Quell’aria di serenità che Viterbo mi aveva dato per 10 anni si dissolveva nel peggiore dei modi, ero sola in un baratro totale. Ma non mi pentivo di nulla, avevo sempre fatto il mio dovere e anche di più. Lotte, combattimenti, corse… 

Ritornai a svolgere il lavoro di sempre, continuavo a partecipare alle gare d’appalto occupandomi del centro Cottura di Villa Literno”…

SEGUE

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