Aveva 51 anni Michela, gli anni giusti per mostrare il suo grande talento di scrittrice, opinionista e drammaturga. Una donna seria e schietta, doti che ne avevano fatto apprezzare il valore in tutto il mondo.
La sua grande sensibilità ha animato grandi battaglie quali l’auspicio di rendere indipendente la sua terra, la Sardegna. Acerrime le sue critiche alle posizioni del Premier Giorgia Meloni, nel sostenere che non basta essere una donna per essere femminista. Il suo evidenziare la fattività dell’autonomia e della forza delle donne la portarono con piccole perle di saggezza e cultura a sottolineare anche lo scrivere ed il parlare nel rivolgersi al Presidente del Consiglio come”Il Premier” e non “la…..”.
Sarà proprio la sua concretezza di idee che la porteranno a criticare fatti e comportamenti che talvolta restano parole. L’essere donna quale matrice del mondo che verrà, donna quale sinonimo di intelligenza e cultura, non solo pacate vittime di efferatezza maschile. Lei che ha fatto della sua malattia uno strumento per studiarsi e comunicare, ritrovandosi proprio in quella sofferenza ad elaborare l’ultimo suo lavoro che la renderà non solo fiera ma leader di vita.
Grazie Michela per il patrimonio culturale e di vita che ci hai lasciato.
Anna