Lo storico ristorante di Pozzuoli “Vicienzo a’ mare” sarà abbattuto. E’ questa la decisione a maggioranza dal Consiglio Comunale di Pozzuoli. Dopo decenni di polemiche sulla destinazione, contenziosi legali, l’amministrazione flegrea individua la soluzione. Nell’ambito del progetto “PIU’ Europa”, con finanziamenti della Regione Campania, per un importo di circa 3 milioni di euro per costi di esproprio, lo storico monumento verrà abbattuto e l’area sarà sistemata.
Il Sindaco Vincenzo Figliolia ha dichiarato che “senza quello scheletro di cemento che per anni è stato là, inutilizzato e a danno del territorio e del paesaggio, avremo una linea di costa libera e fruibile da tutti. Dopo anni di battaglie, portiamo a casa un risultato importante, storico. Sarà possibile completare la passeggiata ai piedi del Rione Terra e rendere un sogno realtà. Pozzuoli è un gioiello prezioso e come tale va custodito con attenzione e conoscenza, per far sì che le prossime generazioni possano vantarlo sempre e metterlo a reddito….. ”
Il consigliere di opposizione di “Pozzuoli Ora”, Raffaele Postiglione, non ha condiviso la decisione in quanto ritiene che “in un territorio vincolato come il nostro, volumi già esistenti, legittimi, possono essere un’opportunità riducendone l’impatto, per dare vita ad un elemento che crei valore e utilità alla collettività e al sistema Città. Un teatro, un acquario, un centro congressi o un museo, occasioni di lavoro e crescita. Ecco cosa dare nuova vita all’esistente. Ecco cosa può realizzarsi con questa occasione….”. Sulla stessa posizione di opposizione il consigliere del M5S Antonio Caso.
Grazie ad Archeoflegrei.it abbiamo acquisito alcune notizie su quella struttura: essa risale al 1676. I Frati Cappuccini di San Gennaro alla Solfatara chiesero al Comune di Pozzuoli un suolo di 150 palmi di larghezza e 150 palmi di lunghezza in località “Buccaria”. Quello era il luogo dove si ammazzavano le vaccine (da “Bucciere”, mercante di bestie). Lo scopo era quello di costruirvi una dimora estiva. La richiesta scaturì dal fatto che in estate, presso la collina della Solfatara, l’aria che proveniva dalla conca di Agnano era puzzolente, a seguito della macerazione della canapa di lino. La verità vera è che i frati volevano avvicinarsi al centro abitato. Là c’era già la presenza dei Domenicani, dei Benedettini, dei Minori Osservanti, dei Carmelitani, dei Gesuiti, dei Pasqualini, dei Gerolomini e delle Clarisse. Con i contributi del Comune di Napoli e di Pozzuoli, nonchè offerte dei fedeli, la costruzione ebbe inizio il 1 agosto 1676, benché osteggiata per la vicinanza dei Domenicani di Gesù Maria (San Vincenzo Ferrer) e fu completata nel 1690. Durante la stagione estiva la struttura oltre ad ospitare i frati, accoglieva anche separati dalla clausura e stranieri per le cure balneo-termali.
Per l’erosione del mare e per il bradisismo, i frati Cappuccini furono costretti ad abbandonare l’Ospizio, nonostante costosi interventi di consolidamento, che passò prima al Demanio nel 1871, poi al Ministero della Marina Mercantile che nel 1875 lo vendette ad un privato per uso di pescicoltura e bagni.
Nel 1880 l’ospizio divenne una trattoria, grazie al gastronomo napoletano Gennaro Polisano, che inventò un piatto denominato “cannoni all’Armstrong”, in onore dello Stabilimento poi diventato Sofer. Il Maestro Polisano era molto conosciuto anche per il suo famoso ragù. Esso, come ingrediente segreto, aveva il cioccolato ed il famosissimo vino di Marsala o Pantelleria. Lo stabile fu di sua proprietà fino al 1926, quando fu acquistato da Vincenzo Maiorano, dal quale il nome di “Vicienzo a’ mare”. La struttura divenne famosa non solamente per la bravura dello chef, ma anche per la sua collocazione sul mare. Crebbe così tanto il tuo prestigio che diventò luogo di aggregazione di personaggi illustri di Pozzuoli e teatro di cerimonie. Divenne, altresì, sede di cast per film come “Io, mammeta e tu” del 1958 con Domenico Modugno, il film drammatico “Processo alla città” del 1952 con la regia di Luigi Zampa e, nel dopoguerra, il film cult “Catene” con Amedeo Nazzari e Roberto Murolo.
Nel 1970, nel ristorante, il compianto prof. Salvatore Pollice organizzò un’assemblea degli insegnanti di scuola elementare e materna, nonchè degli ex direttori didattici di Pozzuoli. Il consesso aveva la finalità di richiedere, a seguito della crisi del bradisismo e dell’evacuazione del Rione Terra , all’Enam (Ente Nazionale Assistenza Magistrale) un contributo straordinario. La richiesta fu accolta e, a domanda, furono riconosciute 30.000 lire.
Nel 1972 lo storico “Vicienzo a’ mare” fu irrimediabilmente danneggiato dal bradisismo ed abbandonato. Negli anni successivi gli eredi di Vincenzo Maiorano chiesero concessione edilizia e fu costruito lo scheletro in cemento armato, ma i lavori furono bloccati per anni con diversi contenziosi, fino alla delibera del consiglio comunale. La vicenda si è conclusa, ma le polemiche continueranno.
