Ricevo e pubblico l’esperienza con il Covid di una nostra concittadina che non si è sottoposta al vaccino*
“La mia esperienza si aggiunge a quella di altre migliaia di NOVAX che NON sono finiti in terapia intensiva. È chiaro che non tutti i NOVAX muoiono in terapia intensiva e, se succede, non è perché non sono sierati ma perché così doveva andare. Come per tutte le altre malattie. Auguro ai vaccinati di campare 100 anni. Accettate anche che un novax superi il Covid.
Vi racconto la mia storia. Quest’anno ho iniziato a lavorare nella scuola, sottoponendomi al triplice tampone settimanale, così come prescritto dal decreto del 6 agosto 2021. Con costante correttezza verso la norma che me lo imponeva, ho tutelato le classi dove ho lavorato assicurando quotidianamente il mio stato di salute, contrariamente a chi lavorava con il “green pass”. Poi 10 giorni fa i sintomi febbrili: ho contratto il virus. Il Covid mi ha presa alla sprovvista. Non avevo idea che fosse proprio lui. Sì, il mostro di cui tutti parlano. Ai primi sintomi ho pensato ad una malattia fulminante. La febbre non mi veniva dall’età di 3 anni. Febbre alta e dolori. La mia preoccupazione è stato il picco improvviso, ma pur sempre una forma influenzale. Ma l’influenza, a me non è mai venuta così forte. Ho pensato a tutto, tranne al Covid. Il giorno dopo mi sono alzata senza febbre, qualche decimo. Mio marito ha comprato il tampone “fai da te”. Le linee sono schizzate. Positivo! Ho chiamato il medico per inserirmi in piattaforma e fare il molecolare. Niente, l’Asl non ha chiamata. Ho chiamato un privato, a domicilio, spendendo altri soldi ma ho messo l’anima in pace. Avevo il Covid. Non sapevo se essere preoccupata o felice. Poi, i sintomi si sono indeboliti sempre di più. Quindi lo stato d’ansia si è trasformato in gioia. Perché non avrei perso il lavoro. La mia avventura finisce qui. Non ho contagiato nè mio marito, nè i miei bambini, benché conviventi. Non esiste una evoluzione standardizzata di questa malattia, ma in TV NON SI SENTE ALTRO. La mia storia l’ho raccontata perché anche altri sappiano che le campane sono sempre due, ma non in tutti i blog e testate giornalistiche suonano come su quello di Giovanna!”
*Nunzia Marolda