Il 7 gennaio di quest’anno si è svolta, come ogni anno, la commemorazione della Strage di Acca Larentia (CLICCA QUI per conoscere la storia). Per chi non avesse visto il raccapricciante video che si trova facilmente sui social (CLICCA QUI), il sunto è questo: saluto romano e cori squadristi.
Di seguito, lascio parlare le potenti e quanto mai giuste parole della scrittrice Carlotta Vagnoli pubblicate in un post sul suo account Instagram:
“Il 7 Gennaio, come ogni anno, il raduno fascista di Acca Larentia si è svolto indisturbato con il favore delle istituzioni. Ieri, insieme all’assessore Gotor, erano presenti anche Rocca -presidente della regione Lazio, colui che a maggio assunse l’ex terrorista nero De Angelis alla comunicazione della Regione– la vice presidente Angelilli (FdI) e il vicepresidente della Camera Rampelli -di Fratelli d’Italia. Negli anni, esponenti della destra italiana hanno sempre preso parte alle commemorazioni del 7 gennaio. Commemorazioni che si sono sempre concluse con saluto romano e grida squadriste. Nel 2008 partecipò anche Meloni. Lo stupore del PD mi sembra anacronistico, visto che il 7 gennaio è ormai prassi consolidata quella del raduno fascista di Acca Laurentia. Così come mi sembrano fuori dal mondo i titoli allarmisti della stampa nostrana: questo raduno arriva puntuale ogni anno, sempre più partecipato e con il favore istituzionale. Le associazioni e i partiti satellite di questo governo hanno una matrice fascista chiarissima. E hanno avuto modo e tempo di radicalizzarsi, alla luce del sole e senza particolare resistenza. Negli ultimi anni le voci di intellettuali e personalità della cultura hanno più volte sottolineato la pericolosa autonomia di questi moti fascisti, eppure non sono mai state prese così seriamente. Così come le voci femministe, che da decenni sottolineano quanto sia pericoloso dare per scontato i diritti, perfino quelli previsti dalla nostra stessa costituzione. In questo vuoto politico e nella poca presenza giornalistica su questi temi il fascismo si sviluppa in modo naturale quanto sereno. Non possiamo dire dunque di non averlo visto arrivare: lo abbiamo sempre avuto davanti agli occhi, supportato da coloro che oggi sono al governo. Uno Stato democratico e una sana opposizione politica non devono lasciar passare questi fenomeni. E dovrebbero interrogare tutti coloro che, nei partiti di coalizione di maggioranza, sono legati a questi movimenti di stampo fascista. Prima che sia troppo tardi. Pima che si debba dire un doloroso, mesto “ve lo avevamo detto’”.
La DIGOS il 7 dicembre 2023 ha individuato un uomo che, alla prima del teatro La Scala, ha onorato la nostra Costituzione urlando dopo l’inno nazionale “viva l’Italia antifascista”.
Il 7 gennaio 2024 la DIGOS dov’era?
Ma in fondo, come dice la Vagnoli, non c’è da stupirsi: il marcio si trova alla radice. Infatti, in seguito all’indignazione suscitata da quanto successo, il presidente La Russa (che mostra con fierezza i cimeli fascisti, tra cui il busto di Mussolini, che possiede in casa) dichiara al Corriere della Sera: “C’è incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte”. O ancora: “Sul saluto romano serve chiarezza, a volte non è reato”.
Teniamo ben impresso nella nostra mente tutto questo quando, ogni 27 gennaio, pubblichiamo post sui social con su scritto “PER NON DIMENTICARE”.
Alex commenta Drusilla Foer, co-conduttrice del Festival di Sanremo