Errore di comunicazione tra AIFA e Ministero della Salute ed un’altra frittata è fatta: tra settembre e ottobre 2021, gli Italiani avrebbero ricevuto una quantità sbagliata del vaccino di Moderna.
Nei documenti che accompagnano il vaccino, infatti, è la stessa azienda a suggerire l’utilizzo della mezza dose: l’aumento degli anticorpi è praticamente identico, ma dimezzando la quantità si ottengono il doppio delle dosi. E ancora, nelle ricerche “è stata osservata una tendenza verso una minore reattogenicità“, ossia un minor rischio di reazioni avverse. Eppure quando Aifa ha raccomandato entrambi i prodotti, ha messo nero su bianco che “in base alle conoscenze attuali, il dosaggio raccomandato per la dose booster è uguale al dosaggio autorizzato per il ciclo primario“.
La richiesta di Moderna presentata a Fda ed Ema è del 3 settembre, dunque sei giorni prima della decisione di Aifa. Richiesta che ha poi portato il ministero della Sanità a trasmettere ai centri vaccinali l’ordine di somministrare una dose intera: 100 microgrammi invece di 50. Il ministero l’8 ottobre cambia idea e specifica di utilizzare soltanto Pfizer. 30-40 mila anziani, secondo i calcoli ipotizzati durante il programma Report, nel frattempo ha ricevuto la dose intera. L’ultimo disastro tutto italiano sul vaccino è servito.
Intanto, in una nota, i parlamentari PD membri della Commissione di Vigilanza Rai, a commento del servizio, dichiarano: “Su ‘Report’ è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi no vax e no Green Pass; su questo chiediamo un chiarimento ai vertici Rai”. La replica su Twitter del giornalista Sigfrido Ranucci, non tarda ad arrivare: “Sono stufo di queste accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione di Report, ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità. Quali sarebbero i contenuti no vax? Credo che i parlamentari non abbiano visto il servizio. Noi non abbiamo fatto altro che raccontare quello che lo stesso manager della Pfizer ha detto ai propri investitori in un incontro riservato. Sono loro che a marzo, ancora prima che scadesse la prima dose, hanno parlato della possibilità di fare il business con la terza dose”.
Certo la dignità del servizio pubblico (e dei media nazionali) è altamente minata quando giornalisti dello spessore di Ranucci, di Giordano, di Giletti, di Porro e di tanti altri, innalzano il contraltare a trasmissioni televisive come quella di Fazio dove si fa l’esatto opposto: campagna vaccinale a tutto spiano.
Già “il caso AstraZeneca”, sollevato la scorsa settimana sempre da Report, aveva messo in evidenza quanto i dati erroneamente o superficialmente classificati dal governo inglese, avessero influenzato la campagna vaccinale degli Stati Europei. Dati sulle reazioni avverse che, qualche mese più tardi, si sono rivelati 20 volte maggiori di quelli dichiarati. Se è la salute pubblica ciò che sta a cuore, chapeau ai questi giornalisti che, a rischio della carriera, svolgono con perseveranza e coraggio la propria missione, quella cioè di informare senza censure.
Si allega il link della puntata di report su ASTRAZENECA.
Fonte: Libero Quotidiano.it