Alle 9,08 di oggi la terra ha tremato a Pozzuoli. A beneficio dei lettori del blog si riporta il contributo del vulcanologo Prof. Giuseppe Luongo.
“Dopo le crisi del 1970-72 e 1982-84 il suolo nei Campi Flegrei ha ripreso a risalire dal 2005, con una velocità molto contenuta dal 2005 al 2011, con un sollevamento di 5 cm e, poi, con una maggiore velocità per ulteriori 74 cm fino ai primi giorni di maggio 2021.
Le prime due crisi si sono esaurite in un triennio ognuna, con un sollevamento massimo a Pozzuoli di circa 180 cm, mentre l’attuale crisi mostra un sollevamento massimo di 74 cm nel corso del decennio 2011-2021, senza mostrare segni di arresto. La velocità di sollevamento delle prime due crisi è circa 10 volte quella della crisi attuale.
Le diverse velocità indicano processi ed effetti diversi nella sorgente che genera il sollevamento. Le prime due crisi possono essere associate a intrusioni magmatiche di volumi molto contenuti fino alla profondità di equilibrio gravitazionale tra il magma e le rocce di copertura (ricordiamo per semplificazione il cosiddetto Principio di Archimede). Per i Campi Flegrei tale profondità risulterebbe di circa 3km.
L’energia meccanica (spinta) e termica (calore) generata dall’intrusione deforma le rocce sovrastanti sia per un comportamento duttile (le parti della roccia scorrono come un fluido molto viscoso, senza fratture), che fragile (fratture e terremoti). Il calore trasmesso ai fluidi circolanti nelle rocce di copertura genera in superficie manifestazioni idrotermali vistose. Le variazioni delle condizioni di pressione e temperatura dei fluidi generano una vibrazione permanente in superficie (tremore) nelle aree dove si concentrano le manifestazioni idrotermali in superficie (Solfatara e Pisciarelli) e fenomeni transienti, dovuti a esplosioni freatiche di bassa energia.
La crisi attuale, iniziata dal 2005-2011, mostra che la sorgente del sollevamento, dei terremoti da fratturazione delle rocce edell’attività idrotermale accompagnata da esplosioni freatiche, non trova soluzione in un episodio transiente come per le due crisi precedenti. In questo caso è ragionevole ipotizzare che la sorgente sia una massa magmatica, posta ad una profondità superiore a 3 km, che libera energia termica con un processo stazionario, tale da conservare a lungo la stabilità della temperatura. In buona sostanza l’energia liberata dalla sorgente viene sostituita continuamente dal profondo senza trasferimento di masse. E’ da segnalare che l’energia liberata dall’attuale crisi è di gran lunga inferiore a quella della crisi del 1982-84.
Ricordiamo a chi legge questa breve nota che i Campi Flegrei sono caratterizzati dal fenomeno del Bradisismo (alternanza sollevamento-subsidenza). Il sollevamento è associato all’incremento dell’attività endogena (migrazione di magma verso la superficie e/o incremento della temperatura in profondità); la subsidenza al raffreddamento delle rocce in profondità per il decremento dell’energia termica dei corpi magmatici.”