Una notte da incubo anche per la paura di una possibile esplosione

Una notte da dimenticare. Boati e scosse la scorsa notte, con un ritorno alla mente dell’incubo del 1983 che portò all’evacuazione della “zona A” e alla sistemazione dei cittadini lungo la fascia Domitia, con l’originale esperienza della cittadella scolastica  a Villaggio Coppola. Probabilmente le manifestazioni di angoscia in questa delicata fase, vengono  alimentate anche dalla recente pubblicazione di una ricerca scientifica, secondo la quale nella zona di Pisciarelli, da circa 15 anni, è in atto un processo di «agitazione» vulcanica ad altissimo rischio dal punto di vista della sicurezza delle persone, perché si potrebbe verificare «una possibile esplosione» causata dai depositi franosi che ostruiscono «la pozza di fango attiva». Mentre, in caso di perduranti scosse «uno shock sismico energetico potrebbe causare fenomeni di rottura di grossi massi lungo le faglie principali, innescando eventi esplosivi. Questo scenario allarmante viene presentato da un gruppo di vulcanologi di Ingv, autori dello studio “Volcano-Tectonic Setting of the Pisciarelli Fumarole Field, Campi Flegrei Caldera, Southern Italy: Insights Into Fluid Circulation Patterns and Hazard Scenarios»pubblicato su Agu Advanging earth and space science”. Sarebbe interessante sapere da chi è stata finanziata questa ricerca e con quale finalità. 

Per trasmettere elementi di tranquillità ai cittadini, riportiamo una risposta indiretta del Prof. Giuseppe Luongo, vulcanologo di chiara fama che, sulla sua pagina facebook, si è espresso in questi termini:  “Mi chiedo come combattere il catastrofismo di tante pubblicazioni scientifiche sui Campi Flegrei, amplificato e diffuso dai mass media. L’interpretazione di un fenomeno così complesso come il bradisismo, dibattuto in ambiente scientifico, deve necessariamente essere tradotto in un linguaggio comprensibile nella sua rilevanza a quanti non esperti. Solo in questo modo gli interessati, o meglio quanti vivono nell’area flegrea, possono valutare correttamente il livello di pericolo. Se, invece, i mass media intendono realizzare uno scoop e i ricercatori esaltare il proprio narcisismo si privilegia il racconto dell’evoluzione catastrofica di un processo senza il conforto dei dati. Un esempio di una tale scelta è l’attenzione riservata ad una possibile esplosione freatica ai Pisciarelli, mentre non si avverte la necessità di segnalare che la crisi bradisismica procede, ma con la struttura vulcanica che mostra una condizione di stazionarietà (nessuna variazione brusca nel fenomeno) e senza alcuna migrazione di masse magmatiche dal profondo. Per quanto riguarda, invece, le esplosioni freatiche, queste avvengono in un campo idrotermale, ma sono di bassissima energia, come mostrano gli eventi sismici localizzati nello strato superficiale alla Solfatara e ai Pisciarelli. Inoltre è da segnalare che esplosioni freatiche si sono sviluppate nel corso della formazione della Solfatara, rilevate nel corso dei rilievi geologici dell’area, mentre mancano dati storici attendibili su tali eventi, il che indica che si tratta di fenomeni rari. Infine il sistema di sorveglianza dell’area può evidenziare le deformazioni del suolo locali che potrebbero innescare una frana con l’occlusione delle vie di risalita dei fluidi e produrre una esplosione. Ma tali processi hanno dimensioni contenute”.

Sarebbe utile, a questo punto, conoscere la posizione dell’Osservatorio Vesuviano e della Protezione Civile, soprattutto per evitare che la pubblicazione di alcuni studi procurino un allarmismo ingiustificato in un periodo nel quale basta ed avanza la pandemia.

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