“Ciao Giovanna,
La dottoressa che prende le informazioni è molto giovane, davvero tanto, ma penso che non necessariamente questo poteva essere un aspetto negativo; inizia a parlare con mio padre (76 anni) e le elenchiamo subito le diverse patologie: richiamo dello pneumococco fatto esattamente 21 giorni prima, problema di ematocromatosi che gli aveva portato in passato, durante eventi scatenanti, problemi di coagulazione e che è un soggetto parzialmente allergico, detto questo lei scrive qualcosa al pc e poi risponde: “Va bene, io glielo farei il vaccino anche se sono passati 21 gg dall’ altro vaccino”, io da “finta” ignorante le dico: “Ne è sicura Dottoressa? Io quando ho portato le mie figlie a fare i vaccini mi hanno sempre detto che dovevano passare 4 settimane tra una somministrazione e l’altra” e lei allora, cambiando espressione in volto, risponde: “Facciamo così, vado a chiedere conferma all’altro dottore!”. Dopo un po’ torna e dice: “Si, effettivamente, è meglio se torna dopo Pasqua così siamo più sereni”; io le chiedo: “Ma quando tornerà, in base alle patologie che ha, mi potrebbe dire se farà o meno Astrazeneca?”, lei mi risponde: “Poi si vedrà, inseriremo nel “calcolatore” i dati e vediamo cosa esce!”….. Penso, sempre tra me e me: “Ma come poi vediamo? Ma come il calcolatore? Ma che cose è tipo un calcolo algoritmico? O una semplice estrazione del lotto???”.
Ma andiamo avanti perché fin qui, tutto sommato, l’accaduto potrebbe rientrare nella “norma”. Mia madre (74 anni a Luglio) si accomoda ed inizio ad elencare tutte le sue patologie: da svariati anni ormai è insorta un’improvvisa vasculite cerebrale che ha portato ad una forma di parkinsonismo secondario con deficit parziali del movimento (e della coordinazione motoria, infatti si muove con l’ausilio di un bastone), tremori essenziali e deficit mnemonici, situazione che peggiora andando avanti nel tempo (tanto è che a Febbraio è risultata invalida al 100% ed ha ottenuto la 104 art.3 comma 3), inizio di diabete (attualmente non in terapia), iperemia con ulcere gastriche ed un peso diciamo eccessivo in base alla sua statura. Finito di elencare tutte le patologie la dott.ssa si mette nuovamente al pc ad inserire i dati e conferma che può fare l’Astrazeneca senza problemi, in quanto le patologie elencate non risultano nella tabella. E poi chiede conferma a mia madre se vuole farlo o meno. Mia madre mi guarda e, con uno sguardo quasi rassegnato, mi chiede se secondo me lo deve fare oppure no. Io le spiego che non dovremmo essere noi parenti né tanto meno il paziente stesso a dover decidere, ma che dovremmo essere indirizzati dalle persone che abbiamo di fronte, in quando esperte. A quel punto guardo la dottoressa e le chiedo: “Avrei due domande da porle: nella tabella di cui lei parla (che io ho avuto modo di leggere) si parla di controindicazioni, per la somministrazione di questo vaccino, in caso di malattie cerebrovascolari cosa che mia madre ha avuto anche se non direttamente definite come ictus o ischemie. La seconda domanda è: nella tabella 2 c’è indicato che anche i disabili gravi che hanno l’invalidità 100% con l’art.3 comma 3 rientrano nelle categorie fragili e maggiormente “a rischio” per questo vaccino. A questo punto le chiedo, mia madre non dovrebbe avere il Pfizer che peraltro oggi avete anche a disposizione?”. Lei mi guarda e subito dopo aver detto un flebile no, ci ripensa e dice: “Aspettate un attimo, vado a consultarmi con l’altro dottore”. Dopo un po’ ritorna con l’altro dottore, anche più giovane di lei ed inizia a parlare, rivolgendosi a me: “Signora, per quanto riguarda la vasculopatia non c’è scritto che lei abbia avuto effetti tipo ictus o ischemia e quindi, non rientrando in tabella, noi non possiamo che fare l’Astrazeneca, al che io mi sposto sul discorso invalidità e lui guardando mia madre, seduta sulla sedia, esordisce: “Vabbè ma tutto sommato la signora sta bene! Non vedo che ha nulla di particolare”. Detto questo, purtroppo, non riesco più ad essere tanto diplomatica e tranquilla, anche perché nel frattempo guardavo sott’occhio mia madre tremare sia con la testa che con la mano sinistra e pensavo a come fosse possibile che il dottore non vedesse questo tremore che era così lampante, tremore provocato dalla malattia che ha, e quindi esclamo: “Mi deve scusare ma lei in questo momento sta contestando e confutando un verbale Inps che dichiara lo stato di salute/handicap/invalidità di mia madre? Quindi lei, anzi voi, vi prendete la responsabilità di farle un vaccino che, con molta probabilità, non dovrebbe fare?”. Mi fermo un attimo e aggiungo: “ Ah giusto, voi non ve la prendete la responsabilità perché fate firmare al paziente un modulo di consenso per autorizzare la somministrazione del vaccino “covid-19 vaccino Astrazeneca”, siamo veramente in ottime mani!”. Dopo questo, il dottore va via e la dott.ssa dice: “Vabbè facciamo così: visto che suo marito deve tornare dopo Pasqua, torni anche lei, io oggi scrivo che lei è idonea temporaneamente, poi magari nel frattempo cambiano le tabelle, cambiano vaccino, cambiano le cose insomma!”. Insomma, ho avuto la percezione che, pur essendosi resa conto che mia madre avrebbe dovuto fare un altro vaccino, hanno le mani legate e non sono liberi in toto di prendere una decisione. Detto ciò, ci alziamo e andiamo via più scoraggiati e avviliti di prima, per la mancanza di conoscenza e per il pressapochismo con cui, arbitrariamente, gli altri possono decidere della tua vita.