Ricevo e pubblico:
“Quanto sei bella Pozzuoli
E’ mattino presto, siedo in darsena, il profumo del mare violenta le mie narici, il sole scalda ma non brucia, guardo i pescatori preparare le reti, sento i gabbiani cantare; tutto questo mi regala serenità e pace.
Resto seduto in darsena, ti contemplo mia amata Pozzuoli e volgendo lo sguardo al Rione terra, ti chiedo “perché? Perché ci stai facendo tutto questo?”
Per fortuna sono nato a Pozzuoli, ho vissuto la mia infanzia vicino al mare, sono cresciuto con l’odore di zolfo, per alcuni può essere sgradevole, per noi Puteolani è normale, quasi rappresentativo e non ci dispiace affatto.
Sono cresciuto ed ho viaggiato tanto, vissuto altrove ma sono sempre tornato da te mia Pozzuoli ed è qui che oggi vivo e che ho scelto di restare.
Ho scelto di vivere in una città dove la bellezza paesaggistica si mescola alla grandezza della sua storia.
I Romani ti chiamarono Puteoli e ti trasformarono nel più grande porto militare dell’Impero.
No, non sarai tu a farci del male ma tutti gli uomini della politica, delle amministrazioni locali (di qualunque bandiera) che negli anni si sono succeduti e non hanno fatto nulla, perfettamente nulla per cercare con te un compromesso.
Ti hanno abbandonata, ti lasciano morire nel silenzio e nell’indifferenza, chiudono le botteghe, alcuni cittadini vinti dalla paura hanno trovato sistemazioni altrove, gli evacuati vivono in precarietà senza sapere se mai torneranno nelle loro abitazioni. I ragazzi frequenteranno con non pochi disagi altri istituiti scolastici perché quelli di Pozzuoli, dapprima descritti come i luoghi più sicuri, sono poi diventati pericolosi. Vedo impalcature che sorreggono edifici fatiscenti per proteggere i cittadini da pericoli ma senza nessuna progettualità di recupero a breve termine.
Non dobbiamo permettere agli sciacalli di alimentare allarmismi, non dobbiamo scappare ingrassando gli approfittatori, non dobbiamo subire ma reagire.
Scriveva Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo”…. ti guardo mia amata Pozzuoli ed io ci credo, ci credo per davvero”.
Lettera firmata