Un anno in compagnia del vaccino

Contraddizioni e speranze di chi si affida alla scienza

Esattamente un anno fa, il 27 dicembre 2020, si avviò la campagna vaccinale (clicca qui per leggere l’articolo) per contrastare il Covid-19. Vogliamo ripercorrere le principali tappe, mettere in evidenza risultati e contrasti che hanno anche provocato diffidenza nell’opinione pubblica, dando fiato allo schieramento dei no-vax. A distanza di circa un anno di lockdown e di sacrifici vari, abbiamo tutti sperato in un vaccino che potesse liberarci dall’incubo di un virus che aveva stravolto la nostra esistenza.

Abbiamo dato ampi riconoscimenti alle Case farmaceutiche per aver sperimentato e prodotto vaccini in meno di un anno, approvati degli Enti internazionali, con la copertura superiore all’80%. Per esperienza si sa che il vaccino richiede anni di sperimentazione, tant’è che agli attuali è stato dato un’autorizzazione emergenziale. Si partì dagli ottantenni e dalle persone fragili, fino a definire scaglioni per fasce di età e, recentemente, a far rientrare anche i ragazzi da 5 a 12 anni.

Il vaccino AstraZeneca fu “riservato” al personale scolastico, RSA, carcerario, detenuti, forze dell’ordine e suddiviso per fasce di età. Non ripetiamo la confusione che  si creò a seguito di effetti collaterali e modifiche delle fasce di età. Adesso pare che possa essere somministrato solamente a persone anziane, molte delle quali si rifiutano per l’incertezza passata e la sfiducia che ne è derivata. Gli altri vaccini prevalentemente  somministrati restano Pfizer e Moderna che utilizzano molecole di mRna modificato che consegnano alla cellula il “messaggio” per sintetizzare la proteina Spike del Covid-19. Fu registrato anche un rallentamento nella consegna delle dosi, per cui la campagna vaccinale subì dei ritardi. A seguire ci fu la crisi di Governo con l’alternarsi di Draghi a Conte e la sostituzione di Domenico Arcuri con il Generale Francesco Paolo Figliuolo nell’incarico di commissario straordinario dell’emergenza sanitaria. Sono ancora vivi i ricordi e gli sprechi del banchi e sedie con rotelle, la totale assenza degli interventi per strutture scolastiche e per i trasporti, che hanno provocato lunghi mesi di lezioni con la didattica a distanza, la famosa DAD.

E’ stato introdotto il green pass per varie categorie e per accedere in alcuni luoghi, come teatro, cinema, palestre, ristoranti al chiuso, ecc. Il personale scolastico, sanitario e forze dell’ordine, a partire dal 15 dicembre è stato obbligato a vaccinarsi. Ci sono state varie modifiche e restrizioni anche per la validità della carta verde, prima di 12 mesi, poi 9 e adesso 6 mesi, in quanto è stato accertato che a distanza di 5 mesi si riduce la copertura del vaccino e al momento è prevista la terza dose per tutti. Dal momento che nel mondo miliardi di persone non hanno fatto la prima dose  e si temono nuove varianti, dopo Omicron.

Siamo stati invitati a vaccinarci perché avremmo avuto l’immunità con una dose e con il richiamo. Abbiamo creduto per mesi che il vaccinato non si contagia e non può contagiare. Alla fine tutto ciò è stato smentito e resta l’unica nota positiva che il vaccinato con due/tre dosi non finisce in terapia intensiva e/o non corre il rischio di morire. Almeno si spera.

In questo anno giornali e Tv si sono dedicati prevalentemente a questa campagna vaccinale, con dichiarazioni contrastanti tra i vari scienziati e tra gli stessi partiti politici in quanto i movimenti di destra hanno tentato di accreditarsi al vasto schieramento dei no-vax e dei no-green pass, benché rappresentino una minoranza. Molti sperano che tranne gli irriducibili, anche per motivi etici e religiosi, si potrà incrementare il numero con NovaVAX, che è un vaccino proteico, già autorizzato e che entrerà in commercio con il nuovo anno. Ha utilizzato metodologie già sperimentate in passato per altri virus e con esiti positivi. Inoltre sono stati sperimentati e presto entreranno in commercio medicinali contro il Covid, come la pillola Paxlovid, prodotta da Pfizer. Insomma dopo due anni di sacrifici, contrasti, morti dovute anche all’assenza di una efficace medicina territoriale, possiamo sperare  che il 2022 sia un anno migliore e che potremo uscire da questo incubo.

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