Mario (nome di fantasia), 43enne residente nelle Marche, è tetraplegico e soffre di gravi patologie a causa di un incidente stradale, che nel 2010 gli ha causato la frattura della colonna vertebrale con lesione del midollo spinale. E’ la prima persona in Italia ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito in quanto su ordine del Tribunale di Ancona, il Comitato Etico della Regione Marche ha accertato la sussistenza dei 4 parametri indicati dalla sentenza Cappato/Dj Fabo della Corte Costituzionale del 2019: 1) è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale; 2) è affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili; 3) è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli; 4) non è sua intenzione avvalersi di altri trattamenti sanitari per il dolore e la sedazione profonda.
Mario, assistito dall’associazione Coscioni ha dichiarato:“Non riesco a muovere più nessuna parte del mio corpo. Per ogni piccola azione come lavarmi i denti, farmi la barba, mangiare, bere, lavarmi, vestirmi, ho bisogno di qualcun altro”. Spesso sono costretto a legarmi sul letto per evitare di cadere a causa delle contrazioni. In questi dieci anni non mi sono mai pianto addosso, ho tentato la riabilitazione in tantissimi centri per riottenere un po’ di autonomia, ma nulla è servito. E ora mi ritrovo a vivere una vita che non è più vita, ma pura sopravvivenza“. Mario si è rifiutato di andare in Svizzera per ottenere il suicidio assistito. Ha voluto che la sua battaglia rappresentasse la battaglia di tanti che, come lui, desiderano porre fine alle proprie sofferenze.
Il dibattito sul fine vita è di nuovo acceso. Nelle piazze italiane dal 1 luglio al 30 settembre scorso sono state raccolte 1,2 milioni di firme per la richiesta di un referendum in favore dell’eutanasia legale. Tra i principali promotori, l’Associazione Luca Coscioni. In effetti esiste un vuoto normativo rispetto al suicidio assistito e all’eutanasia. Nel primo caso, si tratta di aiutare una persona al suicidio, visto che a causa delle proprie condizioni fisiche non è più in grado di farlo autonomamente; nel secondo caso si tratta di sospendere dei trattamenti vitali per un paziente. In entrambi i casi la norma dovrebbe tutelare la persona che assiste a non incorrere in un reato. Il referendum ha lo scopo di abrogare parte dell’articolo 579 del Codice penale per: “Tenere salva la parte che lo rende illegale nel momento in cui viene perpetrato nei confronti di una persona minorenne, incapace di intendere e di volere, o il cui consenso sia stato estorto – dichiara Grazia Coppola, coordinatrice per la Lombardia. – Ed, allo stesso tempo, allargare il perimetro in cui è concesso rifiutare un trattamento vitale, come previsto dal testamento biologico, e accedere invece a eutanasia o suicidio assistito. Lo scopo è quello di includere tutte quelle categorie di malati che al momento restano escluse dalla legge in vigore“.
La Corte Costituzionale dovrà passare al vaglio tutta la documentazione e stabilire se il procedimento e le richieste avanzate rientrino nella cornice rappresentata dalla Costituzione. Se la Consulta darà il proprio via libera, il Presidente della Repubblica dovrà fissare una data ufficiale di convocazione alle urne. Per legge, questo giorno deve essere una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2022. Solo in quel momento sarà indetto il referendum vero e proprio e potrai quindi andare a votare “sì” o “no” in risposta al quesito che ti abbiamo spiegato prima e che verrà riportato anche sulla scheda. Ora quindi non resta che attendere e nel frattempo informarsi, riflettere e capire per poter prendere una decisione molto importante avendo tutti gli elementi a disposizione per farlo.
Chiunque puo’ scrivere il proprio testamento biologico: di proprio pugno o rivolgendosi ad un notaio. Successivamente esso dovrà essere consegnato all’Ufficio di Stato Civile del comune di residenza oppure alla struttura sanitaria competente.
Fonte| Comunicato stampa Associazione Luca Coscioni