Storia di un tonfo draghiano

Giornata convulsa, che passerà alla storia: l’Italia ha vissuto uno dei momenti più imprevedibili della politica interna. Il Governo Draghi incassa la fiducia al Senato, ma non ci sono più le condizioni per poter proseguire. Perché? Cosa è successo?

Al momento di votare la fiducia i Senatori di Lega e Forza Italia sono usciti dall’Aula, mentre quelli del Movimento 5 Stelle sono rimasti come presenti non votanti. Sui 192 presenti, alla fine, i votanti erano 133 con la maggioranza fissata a 67: hanno votato sì alla fiducia 95 senatori, mentre i contrari sono stati 38; zero gli astenuti.

Ringrazio Mario Draghi per ciò che ha dato all’Italia in questi 18 mesi” ha dichiarato Matteo Renzi al TG1. Ma la frattura che si è allargata sempre di più all’interno dell’esecutivo non ha lasciato al Presidente del Consiglio altre chances. 

“Il governo Draghi va a pezzititola il New York Timese restituisce all’Italia la politica turbolenta”. La crisi italiana all’estero è raccontata con toni di forte critica verso i partiti che hanno determinato la crepa. Le riflessioni partono dall’osservazione degli impegni ambiziosi egregiamente mantenuti da Mario Draghi, che gli attribuiscono una eccellente leadership.

Nel discorso di stamattina al Senato, Mario Draghi aveva assunto toni duri con i partiti affermando che “con il passare dei mesi le forze politiche hanno posto un crescente desiderio di distinguo e divisione” venendo meno al patto iniziale che invece imponeva a tutti la disponibilità a mettere da parte le differenze per il bene del Paese.

Si prevede che domani Draghi si recherà dal Presidente della Repubblica per dimettersi. Cosa farà Mattarella? Elezioni anticipate il 2 ottobre? Non ci resta che attendere.

SEGUONO AGGIORNAMENTI

E’ crisi di Governo: le dichiarazioni di Conte

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