Scuola, il nuovo voto in condotta è legge: ecco cosa cambia

La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il ddl Valditara sul voto in condotta. Inoltre introduce nuove norme per contrastare la violenza a scuola. Le disposizioni prevedono il ritorno dei voti per la condotta alle medie e sanzioni per chi aggredisce il personale scolastico.

Dopo alcuni fatti, piuttosto eclatanti, di violenza a scuola accaduti nei mesi scorsi il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha disegnato una stretta a tutela degli insegnanti e degli stessi ragazzi, attraverso nuove norme su comportamento, sospensioni e tutele indennitarie (nei casi più gravi di aggressione). Questo pacchetto legislativo è contenuto in un Ddl approvato in via definitiva dalla Camera con 154 voti a favore, 97 contrari e sette astenuti.
Grande la soddisfazione del ministro che parla di «un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti».

Le disposizioni si affiancano alla recente legge, di analogo contenuto, operativa dalla scorso aprile, e che prevede un incremento significativo delle pene detentive: dagli attuali cinque anni per aggressione, a sette anni e mezzo, e da tre a quattro anni e mezzo per oltraggio. Ma procediamo con ordine.

Come cambia il voto in condotta?
Il tema del contrasto alle forme di violenza a scuola ha raggiunto picchi significativi: quest’anno, rispetto al precedente, sono aumentati di oltre il 110% gli atti di aggressione nei confronti di presidi, docenti e personale scolastico, sono invece in calo (-11%) gli atti di violenza commessi da studenti. Con il Ddl si prova a mettere un freno.

Alle medie tornano i voti per la condotta (espressi in decimi), e faranno media. In generale il voto in condotta dovrà essere riferito a tutto l’anno scolastico (non più al quadrimestre) e nella valutazione peseranno atti violenti o di aggressione nei confronti di docenti, studenti e tutto il personale. Con il 5 in condotta scatta la bocciatura. Il 5 potrà essere assegnato anche a fronte di comportamenti che costituiscono gravi e reiterate violazioni del regolamento di istituto. In caso di voto inferiore a sei, in sede di valutazione periodica, lo studente dovrà essere coinvolto in attività di cittadinanza attiva e solidale.
Se si prende 6 in condotta, alle superiori, verrà generato un debito scolastico in educazione civica da recuperare a settembre. In questo caso, il consiglio di classe, in sede di valutazione finale, dovrà sospendere il giudizio senza riportare immediatamente un giudizio di ammissione alla classe successiva e assegnerà agli studenti un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale; la mancata presentazione dell’elaborato prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo o la valutazione non sufficiente da parte del consiglio di classe comportano la non ammissione dello studente all’anno scolastico successivo.

Per gli studenti di quinto anno l’elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale dovrà essere trattato in sede di colloquio all’esame di Stato. Il voto sul comportamento inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità: il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico può essere attribuito solo se il voto di comportamento assegnato è pari a nove. Ricordiamo che in sede di scrutinio finale il consiglio di classe è sovrano, potrà attribuire il punteggio per il credito scolastico maturato nel secondo biennio e nell’ultimo anno fino ad un massimo di quaranta punti, di cui dodici per il terzo anno, tredici per il quarto anno e quindici per il quinto anno. Alla primaria la valutazione del comportamento dell’alunno è espressa collegialmente dai docenti con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione.

Ci sono delle novità anche per le sospensioni.

Per i periodi non superiori a quindici giorni il Ddl prevede cambiamenti. L’allontanamento dalla scuola, fino a un massimo di due giorni, comporterà il coinvolgimento dell’alunno in attività scolastiche – assegnate dal consiglio di classe – di approfondimento sulle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato il provvedimento disciplinare, che si concluderanno con la produzione di un elaborato critico su quanto si è appreso. Se la sospensione dura più di due giorni, lo studente coinvolto dovrà essere impegnato in attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate con le istituzioni scolastiche e individuate nell’ambito degli elenchi predisposti dall’amministrazione periferica del Mim (Ministero Istruzione e Merito). Tali attività, se deliberate dal consiglio di classe, possono proseguire anche dopo il rientro in classe dello studente secondo princìpi di temporaneità, gradualità e proporzionalità.
Maxi sono poi le multe per chi aggredisce i prof e il personale. La norma prevede questo: con la sentenza di condanna per i reati commessi in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio del suo ufficio o delle sue funzioni, è sempre ordinato, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, il pagamento di una somma da euro 500 a 10mila a titolo di riparazione pecuniaria in favore dell’istituzione scolastica di appartenenza della persona offesa.
Altra novità è il ritorno dei giudizi sintetici alla Primaria che, come ha più volte spiegato il ministro Valditara, affiancheranno la descrizione del percorso umano e pedagogico dei bambini, rafforzata con il portfolio (se nelle pagelle torneranno ottimo, buono, sufficiente o insufficiente lo sapremo più in là quando sarà emanata la relativa ordinanza ministeriale). Con un emendamento governativo si chiarisce poi che il voto numerico continuerà ad applicarsi sia alle secondarie di primo grado che a quelle di secondo grado. E proprio alle superiori sarà obbligatoria anche la valutazione intermedia di metà anno (con tanto di pagella) oltre a quella finale.
«Con il ritorno ai giudizi sintetici, l’attenzione al valore del voto in condotta, il divieto dell’uso dei telefonini, il welfare per i docenti e l’assicurazione gratuita per insegnanti e studenti – restituiamo dignità e autorevolezza ai docenti e diamo maggior peso alla responsabilità comportamentale degli studenti, dicono al ministero.
Un cambiamento significativo nel sistema scolastico ed educativo italiano per formare i ragazzi di oggi, che saranno i cittadini di domani, ovvero il futuro della nazione».
«Un passaggio fondamentale per la costruzione di un sistema scolastico che responsabilizzi i ragazzi e restituisca autorevolezza ai docenti». «Lobiettivo è sostenere il lavoro quotidiano dei docenti e di tutto il personale scolastico perché ai giovani siano chiari non solo i diritti ma anche i doveri che derivano dall’appartenere a una comunità, a iniziare dal dovere del rispetto verso l’altro».

Di parere opposto l’opposizione che boccia compatta i contenuti del provvedimento. Per il Gruppo di Italia Viva è stato sbagliato «non coinvolgere» chi la scuola la vive.
Noi diciamo solamente che speriamo vi sarà più scuola e non meno scuola: lo studente che viola le regole della civile convivenza dovrà assumersi le sue responsabilità e pagarne le conseguenze in un’ ottica di rieducazione e coinvolgimento e mai punitiva. Ai giovani, spetterà l’obbligo morale e civico di ripensare alla scuola anche come ad una palestra di vita, facendo valere i propri diritti ma al contempo imparando i doveri che derivano dall’appartenere a una comunità, ad iniziare dal rispetto sacrosanto verso l’altro.

Ennio Silvano Varchetta
Ennio Silvano Varchetta

𝑬𝒏𝒏𝒊𝒐 𝑺𝒊𝒍𝒗𝒂𝒏𝒐 𝑽𝒂𝒓𝒄𝒉𝒆𝒕𝒕𝒂
Docente e giornalista pubblicista. Scrive di scuola, attualità, cultura. Collabora con periodici e quotidiani. È presidente di un’ associazione culturale, L’ElzeViro e membro della Stampa Campana – Giornalisti Flegrei. Con istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado promuove convegni e incontri su Educazione alla Legalità, Storia, Letteratura, Politica, Sociale.
È docente di Sostegno – area umanistica con una specializzazione polivalente post laurea in strategie di inclusione pedagogica in un liceo della provincia di Napoli. Si è occupato per diversi anni di dispersione scolastica e minori a rischio in aree difficili e periferiche della città di Napoli. Ha ricoperto svariati incarichi nelle scuole e negli istituti statali.
Promotore di iniziative ed azioni progettuali come tavole rotonde, seminari, concorsi letterari, presentazioni editoriali.
È iscritto all’Associazione Nazionale Carabinieri.

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