Riflessioni di una cittadina e docente di diritto sul Cashback

"La norma che introduce l'iniziativa voluta dal Governo Conte viola il principio di uguaglianza sancito dall'art. 3 della Costituzione"

Ricevo e pubblico: *

“Ciao Giò, sono una docente di diritto e insegno in un Istituto Tecnico Statale dove, tra le materie del quinto anno dell’indirizzo Amministrazione Finanza e Marketing, si studia anche Diritto pubblico e Diritto Costituzionale, insieme agli approfondimenti di Educazione Civica e Cittadinanza e Costituzione, che lo Stato giustamente ha inserito nei percorsi di studio degli studenti italiani. 

Ebbene, in classe, abbiamo come ogni anno approfondito lo studio dei principi della Costituzione italiana tra cui quello fondamentale dell’uguaglianza sancito dall’art. 3 comma 1 e 2. (Art. 3 Cost.: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche 5, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese).

Approfondendo anche i temi di attualità, che sono parte integrante dell’insegnamento di un docente responsabile, la nostra attenzione è caduta sui temi del cash-back (che è stato introdotto da una legge approvata in Parlamento) e sulla sua integrazione con l’art. 3 Cost. A dir la verità non ho saputo rispondere ai miei studenti che mi hanno chiesto se è normale e costituzionalmente corretto che lo Stato, e dico lo Stato, restituisca soldi a chi usa carte invece che altre forme di pagamento, quali contanti, assegni, bonifici. Se il bene acquistato da un cittadino ha un costo, non è legittimo lasciare che si paghi come si vuole?  Non si comprende e non si giustifica perché chi usa la carta debba avere delle prerogative rispetto a chi non la usa. Credo che stiamo impazzendo. Che sia la banca a concedere ai propri clienti sconti e promozioni incentivandoli ad usare moneta virtuale, ritengo che sia legittimo, perché utilizza soldi propri. Ma che lo Stato, con i soldi dei cittadini, faccia una cosa del genere è veramente secondo il mio modestissimo parere, una violazione del principio di uguaglianza garantito dall’art 3 e in particolare del comma 2 dell’art 3 Costituzione. Un saluto”. *Pina D’Acunto

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