Il rapporto tra l’uomo e Dio è, spesso, un rapporto complicato, soprattutto in un’epoca da fast food, in cui tutto corre veloce e chi arranca viene spazzato via, come un fantoccio nei videogames. E’ proprio per cogliere il senso vero della vita e della fede che siamo tutti chiamati a fermarci, almeno una volta al giorno, per riflettere e dare un senso alla nostra quotidianità, contestualizzandola in una cornice di valori, e per dare un significato alle nostre azioni, anche se routinarie. Mi colpisce tutto ciò che circola in rete, soprattutto se inoltrato da amici più cari; spesso alcune letture favoriscono la nascita in me di tali circoli virtuosi. E’ così che vengo a conoscenza della immensa saggezza di don Giorgio Cozzolino, Cavaliere dell’ Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il quale scrive sulla pagina della Basilica di S. Maria a Pugliano ad Ercolano che “i documenti della Chiesa, a cominciare dal Concilio Ecumenico Vaticano II, hanno dato sempre grande risalto al rapporto che un sacerdote, specie se parroco, deve avere con il suo popolo”.
Tale nota viene pubblicata in occasione della dipartita di Monsignor Matrone, definito “un sacerdote per il suo popolo“. Per i cattolici le omelie durante la Santa Messa, il contatto del sacerdote con la propria comunità, la vicinanza e la comunanza di spirito, rappresentano gli architravi della fede personale. Don Giorgio scrive ancora: “Non avere fretta, la mattina, di iniziare le tue attività … Fa’ del letto il tuo ‘spazio sacro’ e dedica qualche istante a Dio. Ascolta ciò che ti suggerisce il Pellegrino russo: ‘Siedi nel silenzio e nella solitudine. Inclina il capo, chiudi gli occhi, respira dolcemente, e guarda con l’immaginazione dentro il cuore. Dirigi la tua mente, cioè il tuo pensiero, dalla testa al cuore. Rivolgi ad esso i tuoi occhi come se tu lo guardassi attraverso il petto e con le orecchie tese ascolta i suoi battiti‘. Quando ti sarai abituato a questo, avrai pregato”.
Lasciamoci alle spalle quest’anno difficile; focalizziamo l’attenzione sui momenti positivi: non permettiamo che essi siano seppelliti dall’angoscia. Proiettiamoci verso il nuovo anno allargando sempre di più lo squarcio della speranza, sostenendolo con la carità e la preghiera.
Buon anno a tutti!
Giò